Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
La movida non si ferma, sos dei residenti Agenti e steward marcano le distanze
Il questore: collaborazione tra forze dell’ordine e cittadini. La denuncia: prezzi già aumentati
VENEZIA Ci sono le strisce per terra ad indicare la distanza dal banco, gli agenti guardano da lontano attenti che non si formino assembramenti, qualche locale ha richiamato in frette e furia i vigilantes per garantire la sicurezza ed evitare multe. Un tocco con due dita sulla mascherina, per aggiustarla sul naso, e poi su per il ponte, verso la fondamenta: «Guarda, guarda: che movida». Il primo fine settimana con i locali operativi scopre una Venezia ansiosa di riprendere il suo consueto ritmo sociale, tra ironie e controlli continui. Ieri sera, nei principali punti di ritrovo del centro storico, ma anche in terraferma, i bar aperti operavano a pieno regime per soddisfare chi voleva soltanto tornare alla normalità. Certo, chi raggiungeva la fondamenta degli Ormesini, con i suoi plateatici in riva e le tante persone sparpagliate tra i muri e il canale, non risparmiava una battuta, scimmiottando i titoli più allarmistici degli ultimi giorni, ma avvicinandosi la visione era differente: i gruppetti apparivano più distanziati. E se qualcuno sgarrava, veniva ripreso dalle forze dell’ordine.
Dalla Misericordia a Rialto, da Strada Nova a campo Santa Margherita fino a piazza Ferretto, polizia, carabinieri, vigili e Guardia di finanza pattugliavano i campi e le calli dove si riunivano più persone. «Anche dove c’era bisogno di qualche aggiustamento abbiamo trovato grande collaborazione — racconta il capitano Antonio Maria Cavallo del nucleo operativo dei carabinieri, che ieri controllava campo Santa Margherita — Si vede che le persone hanno voglia di uscire dopo due mesi, ma proprio per questo nessuno vuole fare storie». Clienti o baristi, è lo stesso: c’è il gruppetto con i bicchieri in mano che si ripete di mantenere le distanze, come il responsabile del locale che aggiusta le misure dei tavolini del plateatico con il metro a nastro. Dice il questore di Venezia Maurizio Masciopinto: «Abbiamo annunciato giovedì i nostri servizi straordinari per garantire il rispetto delle misure di sicurezza e mi pare che tutti le abbiano capite. Fondamentale, in questo senso, è stato il coordinamento di tutte le forze di polizia. Non ho ricevuto segnalazioni di situazioni difficili, anzi — insiste — è una grande soddisfazione vedere le forze dell’ordine e la cittadi
nanza che si aiutano a vicenda in questo modo». La chiave per mantenere tutto in ordine sembrano essere i plateatici, che infatti il Comune ha concesso di allargare e aumentare: tavolini e sedie aiutano a ordinare campi e fondamente, almeno per chi ce li ha.
In campo Bella Vienna, a Rialto, c’è anche qualcuno che ha dovuto rinunciarci: con un solo tavolo, il massimo concesso, spiegano, non si può fare molto, meglio piazzarlo davanti all’ingresso. A terra, comunque, il nastro segnaletico distanzia i clienti in attesa di essere serviti. Poco distante, al bar La Bussola, i segni sui «masegni» sono fatti rispettare anche da due addetti alla sicurezza, richiamati in servizio per garantire che tutto fili liscio. Questo non risparmia qualche chiamata alla sala operativa della polizia locale: ieri sera i vigili hanno dovuto raggiungere l’Irish pub di Strada Nova per un presunto «assembramento»; tutto regolare, in realtà, ma per buona misura i titolari del locale hanno comunque allontanato di qualche altro centimetro i tavolini. «La gente è preoccupata, a volte forse esagera, noi comunque andiamo a controllare. E parliamo con i titolari, per aiutarli a sistemare ogni possibile rischio», spiegavano gli agenti prima che la radio li richiamasse verso un altro angolo del centro storico. Tutto a posto, eccetto qualche nota stonata per cui il popolo degli spritz ha già storto il naso: «C’è chi ha riaperto — borbottano i clienti fissi dell’Erbaria — rispettando le regole, ma aumentando i prezzi».