Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Sanae e Bouchra sole fino alla fine L’ultimo saluto tra sconosciut­i

- Giacomo Costa

Si erano fatte forza assieme, in quasi dieci anni vissuti da straniere tra Venezia e Mestre. Assieme avevano anche compiuto l’ultimo salto, gettandosi mano nella mano nelle acque della laguna, una notte di un mese e mezzo fa. Ieri sono state sepolte a Marghera, sempre una affianco all’altra, unite tra loro ma lontane da Meknes, in Marocco, dove le aspettava la loro famiglia, se non per riabbracci­arle, almeno per piangerle. Ma Sanae e Bouchra El Haoudi neppure da morte hanno potuto tornare a casa, anche il rimpatrio delle loro salme è stato congelato a causa del lockdown globale che ha seguito la pandemia da Covid-19. Alla stessa maniera, i loro parenti non hanno potuto raggiunger­e Venezia per dare loro un ultimo saluto, per partecipar­e al rito funebre consumato nell’area islamica del cimitero di via Delle Querce. E così, scandite dalle invocazion­i ad Allah di un imam che non avevano mai incontrato, sotto lo sguardo di sei persone che non avevano mai conosciuto, le due sorelle marocchine sono state sepolte in una terra che amavano, ma in cui forse non si erano mai davvero integrate. Perché Bouchra e Sanae non partecipav­ano alle funzioni religiose a Marghera, non erano volti conosciuti nella comunità islamica di Venezia, i loro nomi non figuravano nei registri locali, erano difficili da trovare persino negli elenchi del consolato del Marocco a Verona. Lavoravano col turismo, quando riuscivano, ma quando staccavano sparivano nel loro alloggio. Nonostante questo, quando i loro corpi sono stati recuperati alla bocca di Lido, i membri della comunità islamica si sono impegnati giorno e notte per capire chi fossero quelle due donne così riservate da non essere conosciute per nome neppure nel loro condominio di Catene, lo stesso che occupavano da nove anni. Per quasi due mesi i rappresent­anti della comunità hanno cercato di aiutare da questa parte del mar Mediterran­eo chi, sull’altra sponda, chiedeva i due corpi, ma non c’è stato niente da fare e, dopo tante settimane, non era più possibile aspettare. Forse, tra qualche mese o qualche anno, i famigliari potranno decidere di tentare il trasferime­nto dei feretri, intanto però le loro lapidi, dritte e semplici, sono a Marghera. Vicine, così come le due sorelle sono sempre state, anche nell’ultimo salto, ritrovate in mare ancora mano nella mano, insieme al momento di andarsene.

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Tragedia Sanae e Bouchra El Haoudi
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