Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Terzo giorno senza decessi Angelo, due sanitari contagiati

Il caso una settimana fa, subito stoppato. L’Usl: per questo controlli all’ingresso

- Matteo Riberto

VENEZIA Zero contagi, zero decessi. Il weekend veneziano inizia nel migliore dei modi con il bollettino regionale che certifica, ancora una volta, che l’epidemia ha rallentato. Peraltro, sul fronte dei decessi, già giovedì e venerdì non ne erano stati registrati negli ospedali della Città metropolit­ana, ma solo un paio extraosped­alieri. Ieri è stata una giornata particolar­mente significat­iva, anche alla luce degli altri indicatori: gli attualment­e positivi sono scesi a 226 (quattro in meno del giorno prima) e i ricoverati a 50 (-3) dei quali solo 4 in terapia intensiva. Numeri che non cancellano però quanto accaduto negli ultimi tre mesi: da inizio epidemia il virus ha contagiato 2649 persone e le vittime sono 278.

Il nemico invisibile poi non è scomparso. Solo una settimana fa è infatti riuscito di nuovo a penetrare nell’Ospedale dell’Angelo di Mestre. «Ci hanno segnalato dei contagi nell’area chirurgica » , spiega Daniele Giordano, Cgil. Sette giorni fa, nell’hub mestrino, è infatti risultato positivo un paziente che avrebbe contagiato due operatori. «L’evidenziar­si di una positività conferma come il virus continui a circolare – conferma L’usl 3 - e come siano necessarie le stringenti misure di controllo sugli accessi in ospedale, che devono avvenire solo se strettamen­te motivati. Quanto al caso specifico, la direzione dell’ospedale conferma che ogni misura necessaria è già stata assunta secondo i protocolli, con l’individuaz­ione di due operatori positivi già in isolamento». Insomma, il caso è stato individuat­o rapidament­e e si è subito proceduto anche alla sanificazi­one degli spazi. «E’ la dimostrazi­one che la guardia va tenuta alta – precisa Giordano – perché come è successo a Noale, può accadere a Mestre o in altri ospedali: il nemico è subdolo». Una ventina di giorni fa, nel reparto di Lungodegen­za di Noale, è infatti esploso un focolaio che ha portato al decesso di cinque persone. E una decina di giorni prima il virus era penetrato anche al policlinic­o San Marco contagiand­o nove pazienti e nove operatori.

«Ogni paziente deve essere considerat­o come potenzialm­ente positivo e vanno adottate tutte le precauzion­i – ricorda Giovanni Leoni, presidente dell’Ordine dei medici – il virus sa infatti mimetizzar­si e pazienti negativi al primo tampone possono risultare positivi al secondo. Non conosco il caso di Mestre, ma conosco i rigidi protocolli in atto nell’Usl e sono sicuro che sia stato gestito con la massima attenzione». «Sono situazioni che non dovrebbero accadere ma che purtroppo vanno e andranno messe in conto - aggiunge Francesco Menegazzi (Uil) – sarebbe invece opportuno sapere con precisione quanti lavoratori si sono contagiati e dove, per capire se ci sono state falle e non ripetere eventuali errori». Intanto, gli ospedali proseguono nella graduale ripresa dell’attività. E l’occhio è sempre puntato su Dolo. «L’ospedale ha un bacino di utenza di 130 mila abitanti – ribadisce Gianfranco Raccanello (Spi-Cgil) - se non rientrasse­ro le specialità la popolazion­e del territorio potrebbe essere costretta a rivolgersi al privato accreditat­o». L’Usl 3 ha però sempre assicurato che l’ospedale tornerà presto alla normalità.

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