Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
«Mose, nessun rischio che le paratoie si ribaltino» Problemi all’antincendio
Lo studio sulla risonanza. Il Codacons: c’è una lacuna progettuale
VENEZIA «L’oscillazione delle paratoie appare limitata». E’ solo una prima bozza e ora il Provveditorato alle opere pubbliche ha chiesto un approfondimento ulteriore, visto che si tratta dell’argomento tecnico più contestato relativo al Mose. Ma la consulenza affidata alle Università di Cassino e Padova, sotto la guida del professor Giovanni De Marinis, sarebbe rassicurante: le paratoie del Mose non dovrebbe avere problemi di «risonanza sub-armonica».
Un problema sollevato nel 2009 dalla società di ingegneria francese Principia e rimpallato in questi anni soprattutto dall’ingegner Vincenzo Di Tella, uno dei più acerrimi «nemici» del Mose. Secondo le loro modellazioni, in situazioni di onda particolari, le paratoie non seguirebbero quel comportamento indicato nel progetto, ma inizierebbero a oscillare con il rischio addirittura di un ribaltamento, se non di una rottura. «Il Mose ha questa fondamentale lacuna progettuale, i risultati delle prove fatte in vasca negli anni Novanta sono del tutto inaffidabili», ha tuonato proprio nei giorni scorsi, per l’ennesima volta, il Codacons, chiedendo una nuova perizia, che però il Provveditorato ha ritenuto di non concedere.
Questo anche perché è in corso lo studio delle due università, i cui primi risultati escluderebbero rischi. Dai modelli emerge infatti che la paratoia oscilla di poco rispetto alla posizione base a 40 gradi: un paio di gradi in una direzione, al massimo 6 nell’altra, anche sotto la spinta di onde alte due metri e un dislivello importante tra mare e laguna di altri due metri. E questo sia in condizioni di mare irregolare, che regolare. Dati che andranno comunque approfonditi.
Tutto procede verso il test di Chioggia e Malamocco di domenica prossima, prima volta di due barriere insieme. I problemi tecnici però non mancano. Gli ultimi sono stati rilevati nel corso di un sopralluogo effettuato due settimane fa al Lido da un gruppo di lavoro del Provveditorato, capitanato dal provveditore Cinzia Zincone. I tecnici avrebbero rilevato che rispetto a una visita di sei mesi prima, nel corso della quale era stato detto che i lavori sarebbero finiti a febbraio, ci sono ancora molte cose da fare e da rattoppare. Al punto che qualcuno avrebbe messo in dubbio la scadenza di fine giugno per i sollevamenti in emergenza, anche se in realtà le singole bocche si sono sempre alzate senza problemi.
L’osservazione più preoccupante riguarda il sistema antincendio, in corso di installazione: forse per problemi di allineamenti dei tubi, alcuni di questi sono stati tagliati e andranno raccordati. Ma il sistema cosiddetto « water mist », che spruzza l’acqua da piccoli ugelli, necessita di una pulizia interna dei tubi certosina – con procedure di posa molto precise – certo non aiutata dal fatto che ora questi siano aperti alla sporco. Tanto che è stato chiesto al Consorzio Venezia Nuova quasi saranno le procedure di pulizia dei suddetti tubi.