Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Ascopiave, il cda replica ai dissidenti I sindaci: altri appigli per i ricorsi
TREVISO( g.f.) Le «Valutazioni del cda di Ascopiave sulle proposte di deliberazione e sulle domande» presentate la scorsa settimana dal patto degli otto sindaci «dissidenti» e da sottoporre all’assemblea del 29 maggio «non contengono appigli ma veri maniglioni» per poter essere impugnate di fronte a vari tribunali e a organi di controllo. È uno dei commenti pronunciati dagli stessi firmatari del documento i quali riferiscono, benché «senza sorpresa», di non aver trovato alcuna seria volontà da parte del board di affrontare nel merito i quesiti posti. Nelle 22 pagine di valutazioni indirizzate ai soci fatte uscire solo venerdì a tarda serata, il cda tocca puntualmente tutte le questioni avanzate: dalla regolarità di alcune candidature al prossimo cda alla remunerazione degli amministratori, dalle contestazioni sulla non ammissione della lista di minoranza al collegio sindacale alla richiesta di riduzione del numero di amministratori, di fatto scansando in molti casi gli argomenti per ragioni di incompetenza. E quasi sempre sottolineando l’avvenuta scelta con l’ossimoro della «unanimità meno uno». In altri casi, come per le questioni sulle remunerazioni, il cda di Ascopiave fa riferimento quali «benchmark» a società quotate (Eni, Terna, Snam e altre) di caratteristiche e dimensioni di tutt’altro ordine e dunque ritenute non idonee a sostenere un confronto omogeneo. Altra «falla» nel ragionamento di Pieve di Soligo sembra radicarsi nelle spiegazioni con le quali si giustificano i motivi dell’esclusione della lista di minoranza del collegio dei sindaci, trasmessa via Pec meno di due minuti oltre il limite. Se il termine fissato era il 6 aprile, dato che il 4 era sabato – è la riflessione – e se è vero che a quella data era stata presentata la sola lista di maggioranza, dato che i soci di Rovigo hanno anch’essi atteso lunedì 6, allora avrebbe dovuto scattare una precisa norma. Cioè il comma 5 dell’articolo 144 del Regolamento Emittenti, secondo cui il termine sarebbe dovuto slittare alla mezzanotte dell’indomani. Riammettendo cioè la lista ritardataria di una manciata di secondi. Dettagli, forse, rispetto ad altri argomenti sui quali i «dissidenti» promettono nuovi ricorsi estendendo la stagione accidentata dei contenziosi nella galassia Asco Holding-Ascopiave.