Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Malato di Covid guarisce in India e diventa una star

L’avventura di Tonasso, direttore del ristorante La Fenice

- Di Camilla Gargioni

Ha scoperto di avere il Covid in viaggio in India. Roberto Tonesso è rimasto in ospedale settimane. Quando è uscito c’erano ministri e tv.

"Isolamento Ho fatto yoga e ho meditato. E ho speso 2700 euro di telefono perchè ero senza una sim locale

VENEZIA Articoli in prima pagina, servizi televisivi, l’incontro con il governator­e: cronaca di una quarantena in India. È successo a Roberto Tonasso, direttore della Taverna La Fenice a Venezia, che ha trascorso 42 giorni in isolamento in tre ospedali diversi. Tutto è cominciato a fine febbraio, quando in Veneto c’erano i primi casi di Vo’ e non era ancora chiara la pericolosi­tà del virus.«Sono ormai vent’anni che con un gruppo di amici vado in India per raggiunger­e un monastero in Kerala, situato a 3200 metri d’altezza – racconta Tonasso – Passati nove giorni siamo ridiscesi e abbiamo trovato il mondo cambiato: c’era agitazione, i primi voli bloccati. La successiva tappa del viaggio sarebbe stata la Thailandia, ma era richiesto il tampone». Il gruppo si sottopone al test e, dopo tre giorni, arrivano i risultati: Tonasso è l’unico positivo. « A parte qualche colpo di tosse, non ho avuto nessun sintomo – ricorda – Mi hanno portato in ambulanza in ospedale, tutto imbragato in un lenzuolo e con maschera. Il rumore della sirena spiegata mi ha fatto pensare fosse giunta la mia fine». Arrivato in ospedale, è stato messo subito in isolamento e controllat­o ogni giorno finché, dopo una settimana, si è negativizz­ato. «L’igiene era al limite, ma essendo di cultura buddista mi sono adattato tra yoga e meditazion­e – spiega – i controlli erano serrati, mi hanno somministr­ato delle pillole, credo contro l’Hiv, ad altri davano antimalari­ci». Riscontrat­a la negatività, Tonasso viene spostato in un altro ospedale per la quarantena, poi in un altro ancora. «Ho continuato la mia routine, vedevo dalla finestra delle manguste e davo loro da mangiare, leggevo i libri che mi portavano sulla cultura hinduista. Avevo il telefono ma la connession­e era difficilis­sima e, non essendo riuscito ad attivare una sim locale, mi sono trovato 2700 euro di bolletta tra mail e contatti con l’ambasciata». Finché arriva il giorno delle dimissioni dall’ospedale. Quando esce Tonasso trova una folla di giornalist­i, il governator­e del Kerala, il ministro del turismo e quello della salute. «Mi sono commosso, non me l’aspettavo, mi hanno descritto come un paziente “modello”, hanno detto che avevo ricevuto buone cure e mi auguravano buon viaggio». In regalo fiori, un nuovo viaggio in India, l’auto fino all’aeroporto e venti mascherine, venti paia di guanti e due flaconi di gel igienizzan­te. «Non volevano che io partissi, mi dicevano che sarei stato più al sicuro lì – conclude Tonasso – Una storia che ho messo nero su bianco: 200 pagine».

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Dimesso Tonasso nel tg indiano

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