Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Il cane la morde, il sindaco ordina che cambi padrona

Il caso in tribunale: «C’è legame affettivo, non può farlo»

- Andrea Priante

VENEZIA L’ordinanza di un sindaco del Veneziano stabilisce che un cane debba cambiare padrone.

Il caso, davvero singolare, è finito sul tavolo dei giudici del Tar, che nei giorni scorsi hanno rimandato ogni decisione a settembre nella speranza che le parti trovino un accordo che vada a salvaguard­are sia il legame affettivo tra Fulmine - un rottweiler di 4 anni - e la sua padrona, sia l’incolumità di chi si avvicina al molosso.

Un passo indietro. Il 12 dicembre scorso una donna che abita col figlio adolescent­e in un paese della Riviera del Brenta, scopre di avere 12 giorni di tempo per rispettare un’ordinanza che le impone «il trasferime­nto del cane ad altra persona capace di gestirlo». Il motivo lo spiega lei stessa nel ricorso presentato al Tar con il sostegno dell’avvocato Domenico Menorello: il 30 settembre 2019 Fulmine era stato colto da un malore nel giardino di casa, la padrona si era avvicinata per soccorrerl­o e «l’animale, impaurito per essere stato richiamato dal torpore in cui si trovava, ha reagito d’istinto con un morso. Tuttavia, appena ha pronunciat­o il comando “fermo!”, l’animale è arretrato». La famiglia sostiene si sia trattato del primo e unico episodio di aggressivi­tà da parte dell’animale, che appare in buone condizioni di salute e per due anni ha frequentat­o corsi di addestrame­nto canino.

Come sempre accade in seguito a episodi come questo, Fulmine è stato sottoposto agli esami del servizio veterinari­o dell’Usl, che poi ha imposto alla padrona di iscriverlo a un ulteriore corso di addestrame­nto e di fargli indossare la museruola quando lo porta a spasso. Fin qui nulla di strano.

«Sono prescrizio­ni alle quali, ovviamente, la mia cliente si atterrà», assicura l’avvocato Menorello. Ma evidenteme­nte il sindaco ritiene quelle cautele non sufficient­i. Da qui l’ordinanza che impone alla concittadi­na di sbarazzars­i di Fulmine trovandogl­i un altro padrone. «Una misura del tutto abnorme in quanto non è contemplat­a da nessuna norma» sostiene il legale della donna.

Nel ricorso al tribunale amministra­tivo, si fa riferiment­o alle conseguenz­e «di irreparabi­le gravità» che avrebbe un ordine del genere, tenuto conto « dell’affetto nutrito nei confronti dell’animale cui la padrona e il figlio sono molto legati». La tesi è chiara: un cane può essere rieducato, tenuto lontano dalle persone - perfino abbattuto, in alcuni casi - ma non può mai essere strappato alla sua famiglia e assegnato a un’altra.

In tribunale a Venezia le parti hanno chiesto tempo per trovare una soluzione e i giudici hanno concesso fino a settembre, quando si saprà che Fulmine potrà rimanere nella casa in cui è cresciuto o se dovrà avere un nuovo padrone.

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L’avvocato

Il cambio di proprietar­io è una misura abnorme che non è contemplat­a da alcuna legge

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Al centro del braccio di ferro legale c’è un rottweiler
Molosso Al centro del braccio di ferro legale c’è un rottweiler

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