Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Il cane la morde, il sindaco ordina che cambi padrona
Il caso in tribunale: «C’è legame affettivo, non può farlo»
VENEZIA L’ordinanza di un sindaco del Veneziano stabilisce che un cane debba cambiare padrone.
Il caso, davvero singolare, è finito sul tavolo dei giudici del Tar, che nei giorni scorsi hanno rimandato ogni decisione a settembre nella speranza che le parti trovino un accordo che vada a salvaguardare sia il legame affettivo tra Fulmine - un rottweiler di 4 anni - e la sua padrona, sia l’incolumità di chi si avvicina al molosso.
Un passo indietro. Il 12 dicembre scorso una donna che abita col figlio adolescente in un paese della Riviera del Brenta, scopre di avere 12 giorni di tempo per rispettare un’ordinanza che le impone «il trasferimento del cane ad altra persona capace di gestirlo». Il motivo lo spiega lei stessa nel ricorso presentato al Tar con il sostegno dell’avvocato Domenico Menorello: il 30 settembre 2019 Fulmine era stato colto da un malore nel giardino di casa, la padrona si era avvicinata per soccorrerlo e «l’animale, impaurito per essere stato richiamato dal torpore in cui si trovava, ha reagito d’istinto con un morso. Tuttavia, appena ha pronunciato il comando “fermo!”, l’animale è arretrato». La famiglia sostiene si sia trattato del primo e unico episodio di aggressività da parte dell’animale, che appare in buone condizioni di salute e per due anni ha frequentato corsi di addestramento canino.
Come sempre accade in seguito a episodi come questo, Fulmine è stato sottoposto agli esami del servizio veterinario dell’Usl, che poi ha imposto alla padrona di iscriverlo a un ulteriore corso di addestramento e di fargli indossare la museruola quando lo porta a spasso. Fin qui nulla di strano.
«Sono prescrizioni alle quali, ovviamente, la mia cliente si atterrà», assicura l’avvocato Menorello. Ma evidentemente il sindaco ritiene quelle cautele non sufficienti. Da qui l’ordinanza che impone alla concittadina di sbarazzarsi di Fulmine trovandogli un altro padrone. «Una misura del tutto abnorme in quanto non è contemplata da nessuna norma» sostiene il legale della donna.
Nel ricorso al tribunale amministrativo, si fa riferimento alle conseguenze «di irreparabile gravità» che avrebbe un ordine del genere, tenuto conto « dell’affetto nutrito nei confronti dell’animale cui la padrona e il figlio sono molto legati». La tesi è chiara: un cane può essere rieducato, tenuto lontano dalle persone - perfino abbattuto, in alcuni casi - ma non può mai essere strappato alla sua famiglia e assegnato a un’altra.
In tribunale a Venezia le parti hanno chiesto tempo per trovare una soluzione e i giudici hanno concesso fino a settembre, quando si saprà che Fulmine potrà rimanere nella casa in cui è cresciuto o se dovrà avere un nuovo padrone.
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L’avvocato
Il cambio di proprietario è una misura abnorme che non è contemplata da alcuna legge