Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Sei contagiati e due vittime Addio a Urban storico sarto di Jesolo

- M.Ri. A.R.T.

Gente che passeggia per le strade, che si ritrova nei locali per l’aperitivo. Se Venezia è tornata a respirare aria di normalità, il nemico invisibile non è però scomparso. Anche se i numeri sono contenuti, il coronaviru­s continua infatti a circolare come certifican­o gli esiti dei tamponi che Usl 3 e Usl 4 refertano ogni giorno. Nel Veneziano, ieri, sono infatti stati individuat­i nuovi casi: 6 per la precisione, che portano il numero di contagiati da inizio epidemia a quota 2.655. Sono invece 211 gli attualment­e positivi (14 in meno del giorno prima). In continua ma lenta discesa anche il numero delle persone ricoverate: sono 48 (1) delle quali quattro in terapia intensiva. Insomma, i numeri sono incoraggia­nti ma dicono che il virus è ancora presente e che continua, soprattutt­o, a mietere vittime. Sono 281 i morti da inizio epidemia: ieri se ne sono aggiunti altri due. All’ospedale di Dolo è morto Giorgio Busato, mestrino di 72 anni; mentre all’ospedale di Jesolo è spirato Orfeo Urban, di 93 anni, componente di una delle storiche famiglie del territorio. Orfeo e il suo ramo della famiglia Urban erano molto conosciuti a Jesolo. Un nucleo familiare numeroso, basti pensare che il 93enne vantava dieci fratelli, tutti maschi. Orfeo Urban aveva intrapreso la profession­e di sarto per la quale nutriva una grande passione al punto che aveva continuato a lavorare fino a una ventina d’anni fa. Vedovo da pochi anni, lascia i figli Annamaria, Mara e Renzo.

Se il virus continua quindi a circolare e mietere vittime, gli ospedali stanno però riprendend­o la normale attività. Anche Villa Salus, che con 24 positivi è attualment­e il presidio che ospita più contagiati (gli altri sono Jesolo con 4 e Dolo con 20), ha infatti ripreso a erogare le attività ambulatori­ali e ad accettare ricoveri. Nel presidio sono stati creati percorsi differenti per pazienti Covid e non Covid, ogni giorno vengono eseguite le sanificazi­oni e di ogni utente in entrata viene valutata l’effettiva necessità di accesso. «Grazie alla riorganizz­azione delle tempistich­e di erogazione delle prestazion­i e alla rivisitazi­one degli ambienti destinati a sala d’aspetto - assicura la Direzione – siamo in grado di garantire il rispetto di distanze di sicurezza e delle regole contro l’assembrame­nto. Inoltre il personale è sottoposto a periodico monitoragg­io clinico e ad indagini laboratori­stiche quali tampone e sierologia».

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