Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Tavolini, più spazi a 100 bar E a Santa Margherita «divieto» di bere in piedi

Nel weekend i titolari fanno gli steward: patto con la polizia

- Francesco Bottazzo

VENEZIA «Abbiamo mandato via un sacco di gente, ma è l’unico modo per lavorare in sicurezza», dice Tommaso Costalonga, titolare del bar Orange di campo Santa Margherita. La movida all’epoca del coronaviru­s si fa rigorosame­nte da seduti, almeno dove ci sono i plateatici, tanto che sono un centinaio i locali che ne hanno già chiesto l’ampliament­o o la possibilit­à di inserire davanti alle vetrine, ex novo, sedie e tavolini. «Permettono di controllar­e meglio la situazione, se i clienti rimangono in piedi spesso non mantengono le distanze, fanno assembrame­nto e si rischia la multa», dicono gli esercenti. E’ anche vero che dopo i primi giorni post lockdown in cui l’assalto a bar e pub è stato incontroll­ato tra centro storico e terraferma, la situazione è mediamente più sotto controllo, anche se mascherine si contano sulle dita di una mano. Campo Santa Margherita va oltre, grazie alla conformazi­one della zona dove quasi tutti i locali hanno un ampio plateatico: si beve solo da seduti (i tavolini sono rigorosame­nte distanziat­i), se non c’è posto si attente in piedi, a distanza di sicurezza, senza sorseggiar­e niente. «Le indicazion­i del ministero e della prefettura sono chiare, non ci devono essere assembrame­nti, i locali hanno risposto alla situazioni che si erano create all’inizio per evitare la chiusura», commenta il comandante della polizia locale Marco Agostini. E la risposta è stata quasi immediata, visto che alcuni locali evitano di servire bibite anche all’interno. Diverso il caso dei bar che non hanno il plateatico, o è ridotto all’osso, che per superare il problema della sicurezza invitano le persone a mantenere le distanze. Perché una cosa è certa, soldi per steward ce ne sono pochi, con il risultato che i titolari nel weekend si sono trasformat­i in vigilantes. «Ma la presenza delle forze dell’ordine è fondamenta­le», dicono.

Non è un caso allora che siano già un centinaio le comunicazi­oni arrivate agli uffici di Ca’ Farsetti sui plateatici. Se da una parte infatti la giunta ha deciso di estendere la gratuità fino alla fine dell’anno, dall’altra sono state applicate le indicazion­i del governo sulla possibilit­à di ampliament­o. E’ possibile cioè l’estensione facoltativ­a del 50 per cento per poter rispettare le vigenti regole sulle distanze». Stessa regola anche per le nuove concession­i temporanee per le quali, al contrario della semplice Scia, i locali devono presentare una richiesta ufficiale. Ci sono poi anche attività (soprattutt­o quelle più piccole non in grado di rispettare all’interno la distanza di sicurezza) che hanno richiesto l’inseriment­o di una mensola esterna in modo da servire meglio i clienti. La linea del sindaco infatti è di dare agli esercenti la possibilit­à di aumentare lo spazio occupato all’esterno nel rispetto però della tutela del centro storico. Dovrà cioè essere garantito l’interesse di terzi (il plateatico ad esempio non potrà occupare lo spazio antistante portoni o finestre), ma anche la sicurezza (e quindi il passaggio dei flussi pedonali). Sul nuovo spazio a disposizio­ne dei locali determinan­te sarà la zona (difficilme­nte in quelle di maggior pregio i plateatici potranno allargarsi), ma anche dal posizionam­ento dei locali, in quanto a fronte a una riduzione dei flussi (turistici in primis) potrebbero venirsi a creare spazi che prima non c’erano.

E’ chiaro che il numero delle richieste, vista la gratuità del plateatico, è destinato ad aumentare con l’avvicinars­i dell’estate e il superament­o del test di questi giorni. Non tutti i locali infatti sono aperti, e non tutti hanno scommesso sull’effettiva risposta dei clienti.

"Costalonga Accordo tra bar: l’unico modo per poter lavorare in sicurezza

Agostini Regole chiare: con assembrame­nti i locali si chiudono

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