Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
L’impasse dei civici ancora senza un nome Fughe e appelli al Polo
Lista in cantiere per il 25 Aprile. Leone: uniamo le forze
VENEZIA Un’Altra Città Possibile al guado, il polo civico si riorganizza intorno al Gruppo 25 Aprile. Il progetto che esattamente un anno fa aveva portato 400 tra comitati, gruppi e associazioni al Vega con l’intento di dettare l’agenda politica delle elezioni di Venezia 2020 si è progressivamente disgregato. Parte dei movimenti hanno deciso di confluire sulla candidatura di Pier Paolo Baretta fin da febbraio e oggi anche la componente sindacale autonoma è uscita da Uacp. Una parte dell’area movimentista vicina ai centri sociali si è aggregata al presidente della Municipalità di Venezia Giovanni Andrea Martini; e il sodalizio nato a fine febbraio con comitati che avevano sponsorizzato la separazione e il Gruppo 25 Aprile non ha fatto passi avanti. Anzi. Uacp ogni lunedì tiene un’assemblea on line e, dopo la decisione di sospendere ogni attività politica nel corso dell’emergenza coronavirus, ha ripreso il dibattito tornando al punto di partenza. A cominciare dalla domanda chiave se partecipare o meno alle elezioni. E se farlo per testimonianza o per contribuire ad un polo civico alternativo ai partiti. E se andare da soli, se in coalizione, con chi: Martini, Baretta, i civici. Da notare che in questo dibattito – tutto nell’area che si oppone al sindaco attuale - non è ancora emerso il nome di un candidato sindaco civico.
E, almeno per quanto riguarda il Gruppo 25 aprile, non emergerà fino a luglio. L’associazione che ha sede alla Bragora si è organizzata chiamando a raccolta comitati e singoli con una vera e propria «call» fatta col passaparola e coi social e che ha portato a circa 300 risposte. «Sarà una lista rappresentativa di tutta la città, da Catene a Pellestrina, innovativa, con persone di provata competenza e giovani che rappresentano un’area sociale di partite Iva, precari, imprese, che non trova rappresentanza nei partiti e nelle coalizioni tradizionali», annuncia il portavoce Marco Gasparinetti. Ulteriori dettagli il 2 luglio, data simbolica per il movimento politicamente trasversale Venezia Mio Futuro e la manifestazione Mi No vado via.
Un recente sondaggio dice che in città i delusi dalla politica, dai movimenti e gli astensionisti potrebbero tornare alle urne con un polo non ideologicamente connotato. E contribuirebbero al 20% del risultato elettorale.
A patto che la crisi scatenata dal coronavirus entri a pieno titolo dei programmi. «Riflettere sul radicale cambio di contesto e di scenario non è solo utile ma doveroso, la validità di quel che abbiamo detto e scritto va verificata e il contenuto aggiornato » , annuisce l’architetto Giovanni Leone, esponente di Uacp. «L’emergenza dovrebbe spingere ad aggregarsi, a raccogliere le forze, era quello per cui mi sono speso: unire le diverse anime in un nuovo soggetto plurale». Uacp però non è diventata la nuova casa. Tanto che Leone con Gian Angelo Bellati, Giancarlo Carnevale, Mara Concetta Franco, Carlo Giacomini,Gabriella Giaretta, Davide Libralesso, Salvatore Lihard, Giampietro Pizzo, Giorgio Suppiej e Marco Zanetti hanno firmato un documento per auspicare la nascita di un Polo Civico, che non sia solo «mettere in campo movimenti cittadini di resistenza alle scelte istituzionali», ma una «coalizione civica in grado di unire attorno a un progetto forte e innovatore le forze impegnate alla costruzione di un nuovo modello di comunità e di città».
Una dinamica civica centripeta già vista in atto nel 2015. E Brugnaro al secondo turno convinse anche molti Cinque Stelle. Che stavolta non sono ancora entrati in partita: dopo il colloquio a Roma di sei mesi fa degli aspiranti Sara Visman e Andrea Grigoletto, il gruppo dirigente non ha ancora deciso chi sarà il candidato sindaco. ll Covid ha imposto altre priorità, dicono.