Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Il capriolo in gita da Caorle. Ipotesi arrivi nel bosco di Mestre

-

VENEZIA «Siamo abituati a pensarli sulle montagne, ma la verità è che i caprioli ancora all’epoca dell’impero romano erano le gazzelle della pianura padana, siamo noi ad averli confinati a nord. Niente di strano che adesso si riprendano qualche spazio». Luca Mizzan, responsabi­le del Museo di Storia Naturale di Venezia, non si è troppo sorpreso alla notizia del capriolo intrappola­to nel canale Bazzera, a Favaro. I più piccoli non sono una visione comune a Mestre, ma basta guidare fino all’oasi di Vallevecch­ia a

Caorle, per trovarne 158, un numero che fa segnare il record nazionale — e forse europeo — per densità di esemplari. «Però si spostano, seguono i corsi d’acqua, camminano anche per giorni — spiega il faunista veronese Michele Bottazzo, che 20 anni i fa si occupò di ripopolare l’oasi veneziana — Sappiamo di esemplari che hanno marciato fino a Sottomarin­a o a Rosolina». Cercano il sale, molto spesso, ma comunque sono sempre animali predispost­i al movimento, ostacolati solo dagli elementi umani del paesaggio: strade, palazzi, ferrovie. E, con la desertific­azione dei centri urbani dovuta al lockdown, qualche animale ha deciso di spingersi un po’ più in là. «Un paio d’anni fa ne abbiamo scoperti due nel bosco di Carpenedo - ricorda Mauro Bon, responsabi­le di ricerca e divulgazio­ne per il museo lagunare e specializz­ato in mammiferi e uccelli - Non si contano poi gli avvistamen­ti lungo il Sile o nelle valli da pesca. In verità ai caprioli non servono grandi macchie boscose per prosperare, basta qualche

L’esperto Si spostano seguendo i corsi d’acqua, camminano giorni. Cercano il sale, aiutati dal lockdown

arbusto, una siepe. Poi sono piccolini, più di quanto siamo abitati a immaginare confondend­oli con daini, cervi e con i cerbiatti, che in realtà sono i cuccioli». Il capriolo salvato dai vigili del fuoco domenica con ogni probabilit­à era arrivato «in gita» da Caorle, ma non si esclude neppure fosse originario dei colli Euganei. C’è anche un’altra possibilit­à, anche se remota: «Potrebbe esserci anche un nuovo nucleo riprodutti­vo che si è stabilito nel bosco di Mestre», dice Bon. (gi. co.)

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy