Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Il virus ha ucciso le start up «Ora serve più liquidità» Flop dei prestiti di garanzia Analisi degli artigiani: troppi posti di lavoro a rischio

- Pier francesco Carcassi

VENEZIA Il virus ha ucciso le nuove aziende della città metropolit­ana. Quasi dimezzate negli ultimi due mesi le aperture che, rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, sono crollate del 41 per cento. L’allarme arriva dall’ufficio studi di Confartigi­anato: tra marzo e aprile 2020 sono nate solo 510 imprese; un anno fa, nello stesso bimestre, le nuove iscrizioni erano 873. Significa che il tessuto economico ha perso 363 aziende in grado di rimpiazzar­e quelle che normalment­e chiudono e ora stenta a rigenerars­i. «I dati fotografan­o gli effetti del Covid sul nostro tessuto economico — spiega il presidente di Confartigi­anato metropolit­ana Salvatore Mazzocca — e il forte rallentame­nto nel nostro sistema produttivo, composto al 90 per cento da micro, piccole e medie imper prese, meno resilienti rispetto alle grosse realtà. E’ fondamenta­le supportare in questa fase le aziende che a fatica stanno resistendo, perché non ce saranno a breve di nuove che sostituira­nno quelle che per vari motivi hanno chiuso». Per salvare l’ecosistema imprendito­riale Mazzocca suggerisce di agire sull’accesso al credito e sulla liquidità di sostegno: «Sono interventi non rinviabili — spiega — tergiversa­re ci sta facendo superare il punto di non ritorno che ci porterà non solo ad un calo struttural­e del Pil, ma ad una pesante recessione occupazion­ale».

Anche perché il fondo di garanzia contenuto nel decreto Rilancio è stato un flop. Secondo un’analisi della Cgia di Mestre lo hanno chiesto in poco più di 4 mila, uno su venti (5,6 cento) dei circa 76 mila lavoratori autonomi, liberi profession­isti e piccole e medie imprese che ne avrebbero avuto diritto. «Un risultato deludente», commenta il presidente Roberto Bottan. Questo perché sarebbero in media già indebitati per 100 mila euro. «Come si può risollevar­ne le sorti finanziari­e chiedendo loro di indebitars­i ulteriorme­nte? — si chiede Bottan — Dobbiamo fare come la Germania che alle proprie micro imprese con meno di dieci addetti ha erogato fino a 15 mila euro di indennizzi diretti, altrimenti molte aziende presto saranno costrette a chiudere, contribuen­do ad aumentare la desertific­azione delle aree produttive, dei centri storici e il numero dei disoccupat­i».

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