Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Il virus ha ucciso le start up «Ora serve più liquidità» Flop dei prestiti di garanzia Analisi degli artigiani: troppi posti di lavoro a rischio
VENEZIA Il virus ha ucciso le nuove aziende della città metropolitana. Quasi dimezzate negli ultimi due mesi le aperture che, rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, sono crollate del 41 per cento. L’allarme arriva dall’ufficio studi di Confartigianato: tra marzo e aprile 2020 sono nate solo 510 imprese; un anno fa, nello stesso bimestre, le nuove iscrizioni erano 873. Significa che il tessuto economico ha perso 363 aziende in grado di rimpiazzare quelle che normalmente chiudono e ora stenta a rigenerarsi. «I dati fotografano gli effetti del Covid sul nostro tessuto economico — spiega il presidente di Confartigianato metropolitana Salvatore Mazzocca — e il forte rallentamento nel nostro sistema produttivo, composto al 90 per cento da micro, piccole e medie imper prese, meno resilienti rispetto alle grosse realtà. E’ fondamentale supportare in questa fase le aziende che a fatica stanno resistendo, perché non ce saranno a breve di nuove che sostituiranno quelle che per vari motivi hanno chiuso». Per salvare l’ecosistema imprenditoriale Mazzocca suggerisce di agire sull’accesso al credito e sulla liquidità di sostegno: «Sono interventi non rinviabili — spiega — tergiversare ci sta facendo superare il punto di non ritorno che ci porterà non solo ad un calo strutturale del Pil, ma ad una pesante recessione occupazionale».
Anche perché il fondo di garanzia contenuto nel decreto Rilancio è stato un flop. Secondo un’analisi della Cgia di Mestre lo hanno chiesto in poco più di 4 mila, uno su venti (5,6 cento) dei circa 76 mila lavoratori autonomi, liberi professionisti e piccole e medie imprese che ne avrebbero avuto diritto. «Un risultato deludente», commenta il presidente Roberto Bottan. Questo perché sarebbero in media già indebitati per 100 mila euro. «Come si può risollevarne le sorti finanziarie chiedendo loro di indebitarsi ulteriormente? — si chiede Bottan — Dobbiamo fare come la Germania che alle proprie micro imprese con meno di dieci addetti ha erogato fino a 15 mila euro di indennizzi diretti, altrimenti molte aziende presto saranno costrette a chiudere, contribuendo ad aumentare la desertificazione delle aree produttive, dei centri storici e il numero dei disoccupati».