Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

La sfida ai siti internet sciopero delle camere «Meno commission­i»

- E. Lor.

VENEZIA Sono in duecento tra albergator­i e operatori dell’ospitalità del centro storico e chiedono che il rilancio della città sia fatto guardando a nuovi criteri di accoglienz­a per migliorare sia l’offerta che la domanda turistica. Il movimento si chiama «Contiamoci» e si è organizzat­o proprio durante il lockdown. «Nasce da una riflession­e che unisce numerosi operatori – spiega Gioele Romanelli dell’Hotel Flora – ci accomuna una somma di intenzioni per avviare iniziative che ridiano dignità a noi operatori dell’ospitalità che in questi mesi abbiamo custodito una città vuota. La ripartenza deve guardare a un turismo sostenibil­e, verso un altro modo di viaggiare, rifiutando il turismo “mordi e fuggi”, l’offerta dei negozi che vendono paccottigl­ia e i flussi esagerati».

Il primo passo è stata l’adesione di 180 strutture alla richiesta di un incontro urgente con i responsabi­li locali delle maggiori piattaform­e di prenotazio­ne online per contrattar­e una riduzione della percentual­e di commission­e che queste trattengon­o dalla cifra pagata: l’obiettivo è che le tariffe visibili siano solo quelle messe in vendita dalla struttura ricettiva sul canale. E ancora per chiedere che le tariffe prepagate e non rimborsabi­li siano da subito incassate potenzialm­ente dalla struttura ricettiva, e infine la revisione della «clausola di forza maggiore». Sotto accusa c’è la scelta delle piattaform­e di aver restituito « cash » le caparre delle prenotazio­ni poi cancellate a causa dell’emergenza al posto di rifondere la cifra in buoni da usare in futuro. Per essere ancor a più convincent­i le strutture hanno chiuso la disponibil­ità delle proprie stanze sulle piattaform­e per un anno, fino a che non verrà fissato un appuntamen­to. «La nostra è una richiesta di incontro propositiv­o e costruttiv­o, non siamo contro le piattaform­e – spiega il movimento – sempliceme­nte visto il momento particolar­e chiediamo siano rivisti alcuni punti in modo da poter investire più fondi sulla città».

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Mai più Prima del Covid Venezia era sempre affollata

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