Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Inchiesta anche per l’incidente sul lavoro
Rogo 3V Sigma, a breve i primi indagati. Incontro azienda-sindacati sul futuro
VENEZIA La relazione dello Spisal è arrivata nei giorni scorsi e ora nel fascicolo sul rogo dell’azienda di Porto Marghera 3V Sigma i reati contestati sono due: oltre all’incendio colposo, infatti, il pm Federica Baccaglini, titolare dell’inchiesta, ha iscritto anche le lesioni colpose aggravate, dato che lo scorso 15 maggio due operai sono rimasti ustionati in maniera grave. Vista la complessità dell’inchiesta, poi, il procuratore capo Bruno Cherchi ha deciso di affidarla anche a un secondo sostituto procuratore, Giovanni Gasparini, che fa parte dell’area che si occupa proprio degli infortuni sul lavoro.
E proprio nei prossimi giorni in procura ci sarà un vertice tra i pm, i tecnici dello Spisal e i vigili del fuoco per fare il punto della situazione e individuare bene ruoli e responsabilità sia nell’azienda principale, che nella ditta General Montaggi di Terni, per cui lavoravano i due operai feriti. A quel punto dovrebbero arrivare i primi nomi degli indagati, che dovrebbero essere i legali rappresentanti e i responsabili della sicurezza. Dalle prime risultanze ci sarebbero infatti alcuni punti poco chiari: pare che gli operai, che stavano saldando dei tubi all’interno dell’azienda, non abbiano usato l’azoto per il raffreddamento e che abbiano cercato di spegnere da soli il primo focolaio; ma se le fiamme si sono propagate in maniera così ampia, distruggendo mezzo stabilimento e causando una ventina di milioni di euro di danni, potrebbe essere colpa delle 125 maxi-taniche di xilene sparse e di un impianto antincendio poco affidabile, problemi entrambi segnalati dai sindacati.
Oggi ci sarà il primo incontro tra questi ultimi e l’azienda sul futuro. «Finalmente si è aperto un dialogo e i vertici ci hanno assicurato la volontà di proseguire l’attività - spiega Francesco Coco (Femca-Cisl) - dovremo parlare di come gestire gli ammortizzatori sociali e i contratti a termine». Nel frattempo sono stati svuotati tutti i serbatoi e le parti ancora a rischio sono state messe in sicurezza, grazie anche ai lavoratori stessi. (a. zo.)