Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Senza bus 7500 studenti Allarme di Actv e Atvo Un piano con le scuole
Sos distanze. Baretta: la Regione faccia la sua parte
VENEZIA Almeno 7.500 studenti che, a settembre, rischiano di non poter prendere l’autobus per andare a scuola. E’ l’effetto delle norme di distanziamento nei mezzi pubblici, a cui si somma il caos che avvolge le modalità con le quali le scuole riapriranno. Tra le ipotesi c’è infatti, per esempio, quella di prevedere orari di ingresso differenziati per classi dello stesso plesso, cosa che metterebbe ancora più in difficoltà i servizi di trasporto. Per non farsi trovare impreparati, Città Metropolitana, Actv e Atvo hanno incontrato tutti gli istituti per capire come organizzare le corse. Ma senza indicazioni definitive su come riapriranno le scuole, l’incontro si è concluso senza risposte certe. «Si è deciso di attivare una mail con la quale i disalute di tutti abbiamo ridotto la capienza, distribuendo i fedeli su tre turni da un’ora». Con tempi contingentati: 15 minuti per entrare, 20 minuti di preghiera e 15 minuti per uscire. L’imam Hamad Mahamed ha abbreviato i sermoni per l’occasione. «Un metro per cortesia, per sicurezza», scandiva il volontario all’uscita se vedeva tentativi di avvicinamento per salurtarsi. Poi altri membri della comunità hanno spazzato il pavimento e spruzzato il sanificante per il turno successivo. Nessun afflusso record, anche se si tratta di una delle comunità più grandi del Veneto. «Non tutti sanno ancora della riapertura – aggiunge il presidente – ma da lunedì attiveremo un numero di telefono per prenotare il proprio posto su Whatsapp». Il vero banco di prova sarà venerdì prossimo, quando gran parte dei fedeli saprà di poter tornare a pregare in moschea. versi istituti potranno comun i c a r e a l l e a z i e n d e d i trasporto gli orari di entrata e uscita — spiega il consigliere delegato Saverio Centenaro — ma è tutto nebuloso, per ora è stato scaricato il problema sugli enti locali». Già negli anni precedenti, Actv chiedeva agli istituti di omogeneizzare gli orari di entrata e uscita delle classi dello stesso plesso in modo da venirsi incontro per erogare al meglio il servizio. Con il distanziamento richiesto oggi e con lo spettro di orari di ingresso differenti, è facile capire che il servizio rischia di andare in tilt. «In un giorno normale Actv fa 5.400 corse — spiega l’azienda — 500 sono dedicate alle scuole. A parità di mezzi avremo la possibilità di trasportare metà degli studenti, è evidente che ad oggi non è possibile raddoppiarli». Fino a qualche mese fa venivano serviti 15 mila studenti, domani 7.500 rischiano di restare a piedi. Actv sta però studiando soluzioni, tra le quali quella di individuare un punto di raccolta comune per giovani di diverse aree in modo da limitare la lunghezza delle corse e coprire con più frequenza un’unica tratta. Il problema investe anche Atvo che, nel Veneto Orientale, serve almeno 10 mila studenti. «Sarà impossibile garantire a tutti il servizio di trasporto scolastico perché non abbiamo i mezzi per raddoppiare la flotta — spiega il presidente Fabio Turchetto —c’è poi il tema dei contratti di servizio che passano tramite gara pubblica: se noi garantiamo a un Comune 100 mila chilometri per il servizio ma dobbiamo farne il doppio chi paga la differenza?». Il conto rischiano di pagarlo famiglie e scuole. «Sui nostri mille studenti circa due terzi vengono a scuola in autobus — spiega ad esempio Emanuela Cecchettin, preside dell’istituto GrittiFoscari — è evidente che il problema dei trasporti è centrale».
Intanto nei prossimi giorni Ca’ Farsetti riceverà il 30% del Fondo per l’esercizio delle funzioni fondamentali degli enti locali, mentre il restante 70 sarà versato a inizio luglio. «Quasi 36 milioni per la città e 7,6 alla Città metropolitana — interviene il sottosegretario all’Economia e candidato sindaco del centrosinistra Pier Paolo Baretta — Fondi che serviranno a garantire servizi fondamentali per i cittadini. Sul trasporto pubblico il Comune chieda alla Regione di fare la sua parte, il governo ha già dato 15 milioni»