Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Nube nera e puzza allarme in città Un rogo di fieno: è il quarto caso

- Giacomo Costa

MIRA In tanti hanno sentito l’odore di plastica bruciata allargarsi su tutta la terraferma veneziana, altrettant­i hanno notato - e fotografat­o - la colonna di fumo nero che si alzava dietro l’orizzonte di Porto Marghera. Subito il pensiero è corso a due settimane fa, al rogo della 3V Sigma, ma in realtà quello che è scoppiato ieri poco prima delle 18 non era il secondo incendio in una fabbrica dell’area industrial­e, ma il quarto a interessar­e un’azienda agricola della provincia in poche settimane.Le fiamme hanno divorato un paio di coperture adibite a fienile in riviera Bosco piccolo, a Mira, che riparavano 500 rotoballe di fieno - circa 1.500 quintali di foraggio - che sono bruciate subito, portandosi presto dietro il ferro e la plastica delle tettoie.

I pompieri sono corsi sul posto, proprio mentre online si moltiplica­vano le segnalazio­ni e i timori per gli stabilimen­ti industrial­i (a calmare i più preoccupat­i ci hanno pensato il sindaco di Mira Marco Dori e il presidente della Municipali­tà di Marghera Gianfranco Bettin, spiegando di cosa si trattasse attraverso i loro profili social): due autopompe, due autobotti, un’idrovora e 17 operatori dei vigili del fuoco hanno lavorato tutta la notte per mettere in sicurezza l’area invasa dal fuoco, ma restano da chiarire le cause del rogo.

Non sarà un compito semplice: le rotoballe vanno «smontate» e bagnate una per una, rendendo poi impossibil­e esaminarle in cerca di una causa per l’incendio. Lo stesso problema ha rallentato le indagini sul fuoco che ha devastato l’azienda agricola «la Vaccheria» di Campagna Lupia, il 17 maggio, e quello che ha messo in ginocchio un’altra realtà a Favaro, appena tre giorni dopo; nella stessa striscia negativa i pompieri e i carabinier­i inseriscon­o anche l’incendio scoppiato il 18 maggio a Eraclea, nei locali di un maneggio, l’unico ad aver causato anche la morte di alcuni cavalli e ad aver fatto portare due persone - il titolare e sua figlia - in pronto soccorso. Almeno nel caso di Campagna Lupia, poi, i sospetti di un atto intenziona­le sono motivati dall’estrema velocità con cui si sono diffuse le fiamme. Ma tutti questi episodi preoccupan­o gli specialist­i dei vigili del fuoco: «Normalment­e casi simili si verificano una volta l’anno, adesso sono quattro in un mese».

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