Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Panda contro Porsche muore una postina Boffa: «Una tragedia»
Sterno rotto, indagato il genero e delfino di Gilberto Benetton
MONTEBELLUNA (TREVISO) «Provi a immaginare cosa posso provare, sapendo che quella signora è morta mentre stava lavorando e lascia un marito e due figli. È una tragedia che non si cancellerà mai». Appena dimesso dall’ospedale, si sfoga il commercialista Ermanno Boffa, marito di Sabrina Benetton rimasto coinvolto nell’incidente costato la vita a Evelina «Evita» Federigo, postina di 41anni.
C’era infatti il professionista 54enne, genero di Gilberto Benetton, al volante della Porsche Panamera contro la quale si è scontrata la Panda di servizio di Poste Italiane condotta dalla donna residente a Cascina, in provincia di Pisa. Un impatto violentissimo per la 41enne, morta domenica all’ospedale Ca’ Foncello di Treviso. Un incidente che Boffa assicura: «Non potrò mai dimenticare».
È lungo la Feltrina a Montebelluna che, alle 17 di giovedì 18 giugno, si sono incrociati i destini della portalettere - che aveva lasciato la Toscana per lavorare con un contratto part-time - e di Boffa, commercialista membro di una delle famiglie più note del Paese. «È successo tutto in un attimo - racconta - stavo rientrando a Treviso dopo un consiglio d’amministrazione. Eravamo incolonnati lungo la Feltrina, che a quell’ora è congestionata dal traffico. All’improvviso la Panda mi è arrivata addosso come un proiettile. Mi ha colpito sulla fiancata. Ho sentito un colpo violentissimo e la mia auto è finita contro un muro di cemento». Dopo i primi istanti di choc, Boffa è sceso dalla Porsche: «La signora era sul
Lo schianto
Il manager e la vittima
Il commercialista Ermanno Boffa, marito di Sabrina Benetton, ed Evelina «Evita» Federigo, postina di 41anni coperta di sangue, inerme - racconta - forse non indossava la cintura, perché è stata sbalzata fuori dalla macchina. Insieme agli altri automobilisti le abbiamo prestato i primi soccorsi, sembrava avesse ripreso a respirare. Ho sperato che si riprendesse».
Il professionista è indagato dalla procura di Treviso con l’accusa di omicidio stradale: «È giusto siano fatti tutti gli accertamenti necessari a chiarire cosa è successo. Ma credo di aver solo avuto la sventura di passare nel momento in cui la Panda è sbucata da una laterale. Credo che la signora non conoscesse la zona perché ha attraversato la Feltrina come se non ci fosse stata».
Nello schianto, il professionista ha riportato la frattura dello sterno e una commozione cerebrale: «È solo grazie all’auto su cui viaggiavo se i miei figli hanno ancora un padre. Penso che se invece che a me, fosse toccato a una famiglia con una piccola util’asfalto, litaria il bilancio sarebbe stato molto più grave». Boffa pensa ai famigliari di Evita Federigo: «Sono addolorato. Una giovane donna, una mamma, che ha perso la vita mentre lavorava: è una tragedia che non si cancellerà mai».
Di sicuro, si tratta dell’ennesima sciagura che si abbatte sulla famiglia Benetton dopo i lutti per la perdita di Gilberto e Carlo, i fratelli che insieme a Luciano e Giuliana hanno fondato l’impero della maglieria e dell’abbigliamento. Ma anche segnata dal crollo del Ponte Morandi che il 14 agosto 2018 provocò la morte di 43 persone. Con pesanti conseguenze per le società di famiglia: dalla difficile trattativa con il governo per le concessioni della società Autostrade al licenziamento del direttore creativo, il fotografo Oliviero Toscani, dopo che, intervenendo alla trasmissione radiofonica «Un giorno da pecora» aveva commentato: «Ma a chi interessa che caschi un ponte, smettiamola».
Ora l’incidente mortale che ha visto coinvolto Boffa, subito rilanciato dal sito Dagospia con un servizio dal titolo: «United colors of Maletton».
«Mi dispiace molto questa strumentalizzazione – conclude -, che manca di rispetto soprattutto alla persona che ha perso la vita».