Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Stop a Veneto City, c’è un altro progetto
Ritirato il piano faraonico, esultano i comitati. I promotori: nuova ipotesi allo studio
VENEZIA Nuova società, nuovo amministratore unico. E nuovo progetto per Veneto City, la cittadella da un milione e 200 mila metri quadri senza abitanti e senza attività produttive tra Dolo e Pianiga che dal 1999 al 2014 ha tenuto banco nel dibattito politico. Immaginato in un’altra epoca, «quel progetto faraonico è superato e non più realizzabile», dicono i promotori. Esultano i comitati e il centrosinistra che però adesso dovranno valutare il nuovo piano.
MESTRE Nuova società, nuovo amministratore unico. E nuovo progetto per Veneto City, la cittadella da un milione e 200 mila metri quadri senza abitanti e senza attività produttive tra Dolo e Pianiga che dal 1999 al 2014 ha tenuto banco nel dibattito politico. Immaginato in un’altra epoca, «quel progetto faraonico è superato e non più realizzabile — spiega il consulente legale della nuova società, l’avvocato Bugaro — Si è voltato pagina. E per il futuro, sono allo studio nuove ipotesi». Il segno della discontinuità lo marca anche il cambio di nome e di sede della società: non si chiama più Veneto City ma Protea, la sede non è più a Vigonza (quartiere generale del compianto promotore, l’ingegnere Luigi Endrizzi) ma a Padova, allo stesso civico dello studio del commercialista Paolo Ferrin che tra il 2016 e il 2019 è stato amministratore unico di Veneto City. E il plastico di sei metri quadri sul progetto con torri, edifici dune e filari di vite firmato dalle archistar Mario Cucinella e Andreas Kipar non c’è più. Approvato a dicembre del 2011, nel pieno di una quadratura astrale e politica che vedeva la Lega al governo in Regione, in Provincia e nel Comune di Dolo (Pianiga retta dal centrodestra), quel disegno di una cittadella dello shopping, del divertimento, della moda e vetrina al made in Veneto era già in forse quando nel 2017 Endrizzi morì in Crimea, mentre era alla ricerca di nuovi finanziatori. Lo disse Ferrin, nell’immediatezza del lutto: «Presenteremo una versione evoluta di quel Veneto Green City firmato dall’architetto Cucinella». E infatti, dopo aver protocollato il progetto nel 2013, la società non ha mai presentato al Comune di Dolo documenti integrativi non proprio irrilevanti come la dimostrazione della disponibilità delle aree, il capitolato di spesa, gli elaborati planimetrici e sulle infrastrutture. «Ogni sei mesi, per cinque anni, li abbiamo chiesti. Noi non abbiamo mai condiviso il progetto e lo abbiamo seguito con attenzione. Era loro interesse, darci la documentazione. Mai una risposta. Fino a lunedì mattina», riferisce l’assessore all’Urbanistica Matteo Bellomo (Pd). Quando Andrea Cuzzolin, amministratore unico della Protea risponde che «è venuto meno l’interesse». La giunta di Dolo allora approva quindi di corsa la delibera di decadenza e la manda alla Regione (che in queste ore sta deliberando sul piano urbanistico Ptrc), chiedendo lo stralcio del progetto. «Cala il sipario su Veneto City, ma se non fosse stato per l’impegno del Comune, la Regione avrebbe confermato tutto: del resto il progetto è inserito anche nel nuovo Ptrc», dicono i dem Francesca Zottis e Bruno Pigozzo. Il presidente della commissione Francesco Calzavara (lista Zaia) conferma la volontà di toglierlo dalle previsioni e ha dato mandato per un emendamento tecnico. Sarà presentato la prossima settimana, dopo però che l’ufficio tecnico dell’Urbanistica e l’ufficio legale avranno fatto le necessarie verifiche anche per mettere al riparo la Regione da eventuali richieste di risarcimento.
Esulta dopo anni di battaglie il comitato Opzione Zero, che dal 2009 avversa il progetto. «Resta in piedi il ricorso al Tar. Ora attendiamo di verificare bene tutti i passaggi formali,», avverte il portavoce Mattia Donadel. «Come giunta, è dal 2015 che proviamo a fermare Veneto City – dice Bellomo — Ci siamo riusciti. Non è finita: lottiamo per ripristinare il casello autostradale a Roncoduro». Area acquistata dai promotori di Veneto City, società che nella compagine vede anche Stefanel, Pittarello, Autostrade, Mantovani, Biasuzzi.
"Pigozzo Se non fosse stato per l’impegno del Comune la Regione avrebbe confermato tutto
"Cittadini Resta in piedi il ricorso al Tar. Attendiamo di controllare tutti i passaggi formali