Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
«Autonomia, pronti a firmare con Zaia»
Da Donazzan a Giorgetti, i colonnelli veneti di Fratelli d’Italia dopo lo strappo: avanti con il patto per le Regionali
VENEZIA Dopo i duri botta-e-risposta degli ultimi giorni, quello che il governatore Luca Zaia definisce «un dibattito lunare» tra la Lega e Fratelli d’Italia potrebbe chiudersi in fretta, visto che gli esponenti del partito di Meloni, almeno in Veneto, si dicono pronti a firmare senza tentennamenti il «patto per l’autonomia» diventato per Zaia la conditio sine qua non per l’alleanza. Da Giorgetti a Donazzan e Berlato, il messaggio è chiaro: «Avanti con il patto per le Regionali».
VENEZIA Dopo i duri botta-e-risposta degli ultimi giorni, quello che il governatore Luca Zaia definisce «un dibattito lunare» tra la Lega e Fratelli d’Italia potrebbe chiudersi in fretta, visto che gli esponenti del partito di Meloni, almeno in Veneto, si dicono pronti a firmare senza tentennamenti il «patto per l’autonomia» diventato per Zaia la conditio sine qua non per l’alleanza.
Il coordinatore regionale Luca De Carlo, chiamato a difendere i delicati equilibri interni lungo l’asse Venezia-Roma, preferisce volare alto e non si sbilancia ma i colonnelli, da Massimo Giorgetti a Elena Donazzan, passando per l’europarlamentare Sergio Berlato e i consiglieri regionali sono invece perentori: se Zaia vuole, si firma domani. Anche perché il problema «non esiste», dicono, si sarebbe scatenata una tempesta in un bicchier d’acqua. Da parte dei «Fratelli», par di capire, c’è solo la volontà di difendere la dignità del partito - in costante crescita nei sondaggi anche qui in Veneto -, di respingere le velate accuse di boicottaggio, di non subire diktat da
Matteo Salvini e non essere trattati come «vassalli» da Zaia. Che dal canto suo tende una mano: «Non ho mai messo in discussione la lealtà degli alleati, prova ne sia che sono stato io per primo, nell’ormai famosa intervista al Corriere, a ricordare che Fratelli d’Italia qui ha sempre votato a favore della riforma». Come ricordano un po’ tutti gli esponenti del partito di Meloni, a cominciare dal veterano Massimo Giorgetti, vicepresidente del consiglio regionale: «Se firmo il patto di Zaia? Certamente, anche se sarebbe bello poterlo leggere prima, visto che non è mai stato reso pubblico. Se, come credo, contiene il progetto messo a punto qui in Regione perché mai dovremmo metterci di traverso? Mi rivolgo agli amici leghisti: non fate polemiche inutili e non ponete inutili condizioni. Semmai dovreste ringraziare la destra: la Lega aveva proposto il referendum sull’indipendenza, bocciato dalla Consulta, fu l’allora Pdl a presentare quello sull’autonomia. L’utopia inutile leghista contro il buonsenso della destra. Abbiamo avuto ragione noi».
D’accordo Elena Donazzan, assessore regionale all’Istruzione e al Lavoro: «L’ha ricordato Giorgia Meloni come Fratelli d’Italia abbia già sottoscritto nel 2018, e dunque in tempi non sospetti, un programma di governo che prevedeva, nero su bianco, il sostegno all’autonomia delle Regioni. Il programma di governo del centrodestra prevedeva esattamente, e prevede tuttora, oltre alla realizzazione di un presidenzialismo a tutela dell’unità della nazione anche il sostegno all’autonomia regionale, nella coerenza di quella devolution già votata a novembre 2005 da An in uno dei governi Berlusconi».
Sergio Berlato, da Bruxelles, rivendica d’essere stato lui, tre anni fa, a trascinare alle urne tutta la sezione vicentina di Fdi, e ribadisce l’assoluta disponibilità a firmare il patto chiesto da Zaia chiedendo però, sibillino, analoga prova di lealtà alla Lega con la firmare il «patto anti-inciucio» che dovrebbe garantire la coalizione di centrodestra dalla riedizione di governi simil gialloverdi.
Quasi inutile domandare ad Andrea Bassi, che proprio dalla Lega è approdato in Fratelli d’Italia via lista Tosi («La mia storia parla per me. Resta il fatto che dal referendum del 2017 ad oggi solo la Lega è stata al governo ad ha avuto la possibilità di passare dalle pa
role ai fatti su questo tema ma siamo ancora al palo. Cercare di addossare responsabilità o contrarietà a Fdi mi pare grottesco») mentre Joe Formaggio invita Zaia, Salvini e Meloni a bersi un caffè insieme: «Sarà sufficiente a chiarire tutto, non occorrono patti di lealtà firmati col sangue. Detto che comunque, se si rendesse necessario sottoscrivere un accordo programmatico sull’autonomia, io non mi tirerei indietro».
Zaia ripete di non avere nulla in contrario sul presidenzialismo, ma rinvia a Salvini come per il patto anti inciucio (e pure il leader della Lega getta acqua sul fuoco: «Sull’autonomia non c’è alcun caos»), ma insiste sull messa nero su bianco dell’accordo autonomista che, assicura, «non è assolutamente un pretesto per andare da soli: sarebbe difficile mantenere in piedi il progetto del centrodestra se mancasse un pezzo importante come Fratelli d’Italia». De Carlo raccoglie il calumet della pace: «Per noi l’autonomia non è in dubbio. Come non lo devono essere il presidenzialismo e il patto anti inciucio. Sono valori condivisi da tutte le forze di centro destra in Italia e in Veneto. L’unione granitica ad ogni livelli del centrodestra è la garanzia di poter portar a casa i risultati attesi dai veneti e dagli italiani».