Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Franceschini: «Eliminare le crociere da San Marco» Call mondiale sui progetti
De Piccoli: la politica decida. Italia Nostra: fuori laguna
VENEZIA «Stiamo affrontando con i ministeri competenti e gli enti locali il tema del passaggio delle grandi navi davanti a San Marco e alla Giudecca. Penso ci sarà una ragionevole ma inevitabile eliminazione delle grandi navi davanti a Venezia». Il Covid ha messo in ginocchio il settore della croceristica, che sta cercando di ripartire con fatica. E anche i ragionamenti sulle ipotesi alternative a Venezia erano stati «congelati», o così almeno sembrava prima che ieri il ministro dei Beni culturali Dario Franceschini ritornasse sul tema in commissione al Senato, parlando delle iniziative del suo dicastero per l’emergenza coronavirus. In realtà qualcosa ha continuato a muoversi: le ipotesi a breve termine restano gli approdi diffusi a Marghera, sulle banchine dei terminalisti, mentre a lungo termine ci sono ancora varie proposte allo studio. L’idea del governo sarebbe quella di avviare una sorta di «call» internazionale per mettere a confronto tutti i progetti, sia quelli dentro la laguna – in primis il canale industriale nord di Marghera, meno probabile lo scavo del canale Vittorio Emanuele per portare le navi alla Marittima – sia quelli esterni: bocca di Lido, Malamocco e Chioggia.
E proprio il promotore di un progetto al Lido, l’ex viceministro Cesare De Piccoli, approfitta delle parole di Franceschini per rilanciare la sua ipotesi di un terminal di scalo, l’unica che ha superato la Via (seppur con prescrizioni) e che da un anno è al Consiglio superiore dei lavori pubblici. «Se il Consiglio la approvasse e la mandasse al Cipe e se ci fosse la volontà politica di decidere, per la stagione 2023 il terminal potrebbe essere realizzato - dice - Le ipotesi su Marghera rischiano di far scappare alcune compagnie, come accaduto con la
Royal Caribbean». Che ha deciso di spostare una delle sue navi da Venezia a Ravenna.
Insoddisfatta delle parole del ministro, invece, Italia Nostra, che rilancia le ipotesi fuori dalla laguna. «E’ come se il ministro dei Trasporti avesse dichiarato: “Penso che sia ragionevole attendersi che i treni non vadano più a legna ma a carbone” - ironizza l’associazione ambientalista - Il ministro delinea una posizione di retroguardia, già condivisa anni or sono da tutti gli enti. Siamo ancora alla vecchia storiella del “salviamo Venezia eliminando il passaggio in Bacino”, ma la laguna è unica ed è un bene da proteggere». (a. zo.)