Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Passione e afa, il calcetto riparte «Quelli del lunedì sera già ci sono, ma i fatturati saranno la metà»
Prime prenotazioni dopo lo stop: «Ma d’estate si gioca meno»
VENEZIA «Cos’è il calcetto? È la vita...». Gianluca Tessarin esagera un po’ e, sicuro, ne è consapevole. La chiacchierata a tema con questo impiegato tecnico di 55 anni, carriera nel pallone undici contro undici fino alla prima categoria, serve però a capire cosa rappresenti per molti, moltissimi, questo calcio a cinque che, con l’ultima ordinanza firmata Luca Zaia, torna praticabile, pur «con juicio». Febbre sotto i 37.5? Va bene. Zero sintomi da virus nelle ultime 72 ore? Benissimo. Registro dei presenti da conservare per due settimane se qualcosa andasse storto e doccia finale un po’ meno comoda che pria? «Lunedì (domani, ndr) siamo in campo», e tanto basta a Gianluca e ai «suoi». Paure, timori? «No, paura no. Alla fine, bisogna giocare. Serve attenzione, lo sappiamo, e faremo quel che occorre per tenere lontani i rischi». Il campo è prenotato ed è tornato il sorriso anche alla chat di whatsapp, che, per mesi, aveva raccolto frustrazione e un cattivo pensiero del gruppo di «nonno» Tessarin: «C’era paura di non tornare più a giocare». Tutto, invece, si avvia a tornare come «ogni maledetto lunedì » : « Giochiamo 52 lunedì l’anno, che non siano di Natale, Pasqua o Ferragosto... Sono il trait-d’union di una trentina di ragazzi; varie età, venti, trenta, io di più però il fiato regge... Giochiamo a calcio nel campo di calcetto».
Giocheranno, questi fedelissimi del futsal, su uno dei campi de padovano Vertigo. «Uno coperto, tre scoperti, più due da beach volley», elenca Mattia Arisi, titolare del centro sportivo. Domani si riparte, ma le prenotazioni come vanno? «Sedici ore prenotate per tutta
Quando calcia lei la prossima settimana...». Tante o poche? «Sedici ore su 120 disponibili. Siamo sul 40% rispetto a luglio dell’anno scorso ma deve tener conto che parliamo di un mese, come pure agosto, che per noi pesa poco...». Il blocco delle attività ha tolto a queste strutture i mesi vitali per il fatturato: «Da marzo a giugno si gioca allo scoperto e i costi di gestione sono molto inferiori. Nei mesi invernali, tra copertura, riscaldamento e condizionamento le spese salgono di più del 30%». Senza il quadrimestre d’oro, come ne esce il fatturato? «Ridotto di oltre la metà e ora, paradosso, ripartiamo ma in un mese per noi non buono».
Il calcio a cinque di luglio, nell’afa del Veneto, è roba da super aficionados. Lo sa anche il propietario del trevigiano Centro Calcetto, cinque campi non lontani dalla Ghirada, la città dello sport dei Benetton: «Se il lockdown fosse capitato da giugno a settembre, la perdita del fatturato sarebbe stata intorno al 20%». Invece è andata come sopra e si può solo stringere i denti e tirar dritto: «Riapriamo lunedì. Prenotati? Sì, il 50% rispetto ai valori medi del mese». Tradotto in campi venduti? «Dieci prenotazioni. Adesso si gioca solo di sera...».
Il calcetto dell’era digitale ha anche un’app, che permette di prenotare e pure di inserirsi in partite già «formate». Compagni e avversari si scoprono direttamente al campetto in cui vi porta Fubles. La rete di impianti e appassionati del Booking di settore è, ovviamente, vasta. Ieri, nel raggio di 50 chilometri da casa di chi scrive, si poteva inserirsi in cinque match, spendendo 5 euro. Domani, per 6 euro, due posti liberi. L’ultima prenotazione possibile, qui, è per l’11 agosto. Un po’ prima, il 19 luglio, le «lei» che amano calcio e calcetto possono iscriversi al torneo di calciotennis organizzato dalle Ragazze nel pallone. «Da undici anni - dice Elisabetta Torresin, presidente dell’Asd omonima - organizziamo a Padova il festival di sport femminile più grande d’Italia. Sarebbe stato il dodicesimo, ma non si poteva...». Sotto coi piccoli eventi, allora, purché la palla rotoli.