Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Sissy, il dolore della famiglia e degli amici «Da anni chiedo indagini sulle colleghe»

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VENEZIA «Che cosa vuole che le dica? Noi da anni diciamo che Sissy non si può essere sparata e chiediamo di indagare anche su alcune colleghe. Ma la Procura e gli inquirenti non ci hanno mai voluto ascoltare e ora anche a queste nuove rivelazion­i non vogliono credere. La loro linea è sempre quella del suicidio». Salvatore Trovato Mazza non si dà pace da 4 anni per quello che è successo a sua figlia Maria Teresa, per tutti «Sissy», trovata agonizzant­e in un ascensore del Civile di Venezia con un colpo di pistola in testa l’1 novembre 2016 e morta il 12 gennaio 2019 senza essersi mai più risvegliat­a. Il pm Elisabetta Spigarelli ha chiesto per due volte l’archiviazi­one del caso – la prossima udienza sarà il 23 luglio – ma nel frattempo aveva anche aperto un fascicolo per omicidio sulla base delle dichiarazi­oni di un’ex detenuta, salvo poi indagarla a sua volta per calunnia dopo gli accertamen­ti della polizia. La donna aveva riferito di essere stata amica di Sissy, che le aveva confidato di aver fatto più rapporti su ipotetici traffici di droga in carcere e su incontri sessuali tra colleghe e detenute. Questo però le aveva attirato le critiche di altre guardie (e anche della direttrice), al punto che due di loro un giorno l’avevano affrontata e picchiata, lasciandol­e dei lividi sul collo. Secondo l’ex detenuta proprio una di queste potrebbe essere stata l’assassina, dopo averla sentita dire che «a Sissy ci penso io» e averla vista sconvolta il giorno della tragedia; infine alcuni mesi fa in un paio di occasioni aveva confessato che da allora non dorme più e vorrebbe morire. «La stessa direttrice mi ha rivelato che quelle due colleghe erano strane nel periodo successivo, tanto che aveva tolto loro l’arma - continua Salvatore Trovato Mazza - Fatalità sono stata due tra le poche colleghe di Sissy che quel giorno non sono andate in ospedale. Noi lo diciamo da sempre che dalle immagini pare che mia figlia stesse aspettando qualcuno, forse per chiarirsi. E quel qualcuno le ha sparato». Il padre poi si commuove. «Ma chi sa qualcosa come fa a dormire la notte? - conclude - Sissy aveva 27 anni quando me l’hanno distrutta: era una ragazza meraviglio­sa, che adorava il suo lavoro e la divisa. Lo Stato doveva tutelarla e invece da 4 anni lottiamo contro un muro di gomma». (a. zo.)

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In porta Sissy era una poliziotta penitenzia­ria ma giocava anche a calcio a 5

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