Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
PRIMO ATTO DEL NUOVO TRIANGOLO
Ci voleva il Coronavirus per fare capire (a tutti?) che i campanili sono roba del passato e che bisogna cominciare davvero a fare rete. Altrimenti dalla crisi non si esce. Luca Zaia e Stefano Bonaccini danno il buon esempio. E scelgono il turismo, il settore più colpito dagli effetti della pandemia, per consolidare quell’asse veneto-emiliano romagnolo già sperimentato durante i mesi del lockdown. Niente steccati politici e sano pragmatismo, in nome della buona amministrazione e dell’esclusivo interesse del territorio. Alla «strana coppia» si aggiunge, stavolta, Massimiliano Fedriga, presidente del Friuli Venezia Giulia, leghista come Zaia. Ne viene fuori un’inedita alleanza dell’intero Nordest. Ed eccola, la novità. I tre governatori hanno annunciato ieri una promozione turistica congiunta delle tre regioni che si affacciano sull’Alto Adriatico. Target privilegiato, la clientela proveniente dalla Germania, mai come quest’anno da (ri)conquistare. Titolo (significativo) della campagna, che passerà sulle reti televisive tedesche e sul maggiore sito di previsioni del tempo (wetter.com), «Die Italienische Adria», l’Adriatico italiano.
Zaia, Bonaccini e Fedriga hanno capito perfettamente che in questa estate autarchica è inutile farsi la guerra per conquistare uno per uno i turisti italiani. Questi non mancheranno, visto che l’83% degli italiani (se non altro di quelli che andranno in vacanza) rimarrà nei confini nazionali. Ma la leadership dell’Emilia Romagna, «il sorriso degli italiani», nel turismo domestico (il 75% delle 60 milioni di presenze), è inattaccabile. Il problema, per l’appunto, sono i tedeschi, che per giunta spendono tanto e volentieri (fino al 35% in più quando visitano le città d’arte). Certo, qui è il Veneto a farla da padrone (17,5 milioni di presenze su 70 milioni annue, cui si aggiungono 4 milioni di presenze austriache). Il punto è che gli arrivi dal Brennero sono in picchiata. Ergo, è interesse di tutti evitare che si creino corridoi dal Nord Europa verso la Croazia e la Grecia. Il Nordest, dove il turismo vale complessivamente 38 miliardi e dà lavoro (diretto) a oltre 350 mila persone, non può correre il rischio di venire tagliato fuori. Occorre ribadire forte e chiaro che una vacanza dalle nostre parti è assolutamente sicura. Veneto, Emilia Romagna e Friuli Venezia Giulia potranno presentare qualcosa come 300 chilometri di costa. Per non parlare delle meraviglie della «Land of Venice», della grande bellezza delle città, delle specialità enogastronomiche. Fare rete è un grande passo avanti. Il sogno, però, è un altro. Che le sinergie sul turismo siano solamente il primo passo. Il nuovo triangolo industriale è chiamato a giocare di squadra in tutti i campi dove in ballo è la competitività del territorio: la formazione, il sostegno all’innovazione e alla digitalizzazione delle imprese, l’export. Se si vogliono riguadagnare i dieci (o quanti saranno) punti di pil che andranno perduti per l’emergenza Covid, è obbligatorio cambiare passo.