Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Covid 19, mille negozi non riaprono
Abbigliamento, cali dell’80 per cento. Martellago, 60 euro per le spese nel comune
VENEZIA Per le attività commerciali la ripartenza dopo il lockdown c’è stata, ma solo sul calendario. Se gran parte di negozi, botteghe, bar e ristoranti hanno rialzato le serrande, per il momento gli effetti della ripresa tardano a manifestarsi, mille attività sono rimaste chiuse. I primi dati di Confcommercio: l’abbigliamento ha fatto registrare cali dell’80 per cento. Martellago per andare incontro ai negozi, dà 60 euro ai cittadini per le spese nel comune.
VENEZIA Ogni giorno è una lotta. Per le attività commerciali la ripartenza dopo il confinamento c’è stata, ma solo sul calendario. Se gran parte di negozi, botteghe, bar e ristoranti hanno rialzato le serrande, per il momento gli effetti della ripresa tardano a manifestarsi. E gli imprenditori rimangono costretti a navigare a vista nel mare magnum dei consumi crollati. Secondo i calcoli di Confcommercio, il 5 per cento delle partite Iva della provincia è già evaporato. «Si tratta di circa un migliaio di imprese piccole e medie, tra artigianato, commercio e servizi che lavorano tutto l’anno, escludendo quindi quelle stagionali», spiega Massimo Zanon, presidente di Confcommercio Unione metropolitana di Venezia. La stima andrà completata nei prossimi mesi: «C’è un’altra parte, una percentuale compresa tra il 10 e il 15 per cento, che solo a settembre vedrà se riuscirà a stare a galla. Ai tre mesi di chiusura ora si sommeranno quattro mesi al ribasso». Non solo. L’emergenza sanitaria ha esacerbato le difficoltà che segnavano il tessuto imprenditoriale prima della Pandemia: «Qualche impresa zoppicava già prima del Covid – aggiunge Zanon – una situazione cui si è aggiunta l’assenza di liquidità, per cui le proposte del governo non davano alcun aiuto in tempo reale». Nei mesi estivi anche Confesercenti ha intenzione di prendere le misure: «Stiamo facendo un censimento delle attività - annuncia Maurizio Franceschi – vogliamo verificare dopo il Coronavirus quanti siano effettivamente i negozi sfitti che non hanno riaperto in questo primo momento, attraverso un’ulteriore verifica a settembre». Una ricognizione sul web non promette bene: sono decine le inserzioni per affittare o vendere uffici o negozi nel comune di Venezia, che negli ultimi tempi hanno fatto la loro comparsa sui siti specializzati in compravendita immobiliare. Alcuni dei colpi più duri li hanno accusati le filiere che lavorano, per esempio, con cerimonie ed eventi: da gennaio a marzo, infatti hanno chiuso 106 aziende artigiane legate al settore, dalla ristorazione agli allestimenti fino ai servizi audio video. Soffre particolarmente il comparto della moda. «A un mese dalla riapertura – sottolinea Giannino Gabriel, presidente metropolitano e regionale di Confcommercio Federazione Moda Italia - nel veneziano si registrano cali delle vendite dal 50 fino all’80 per cento del fatturato rispetto allo stesso periodo del 2019. In particolare, la mancanza di flussi dall’estero sulle nostre spiagge sta comportando danni gravi all’indotto costituito dai negozi legati al fashion, con un calo dell’occupazione che, tra minori assunzioni e licenziamenti, si stima a fine stagione almeno del 60 per cento». L’artigianato è l’ «anello debole», avverte Salvatore Mazzocca, presidente di Confartigianato metropolitana Venezia: «Si tratta di aziende con capitale ridotto. Tornare a prima del Covid? Dovrebbe ripartire la domanda complessiva. Tutti sono in attesa per capire come venirne fuori. Se il Governo non dovesse darci risposte ci aspetta un autunno se non caldo, di protesta da parte delle imprese». E intanto qualcuno è passato all’azione. Da oggi l’amministrazione di Martellago, per esempio, ha messo a disposizione dei buoni fino a 60 euro da spendere nei negozi del comune per sostenere i commercianti locali.
Lavoro Nella moda si calcola la perdita del 60 per cento dei posti
Aiuti Martellago destina 60 euro a famiglia per le spese local