Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Viaggi e cene «È stato un irresponsa­bile»

Il dirigente ora è intubato in Terapia Intensiva. Contagiate cinque persone, oltre novanta sono in isolamento

- Di Andrea Alba

Dal 25 giugno, il manager vicentino contagiato in Serbia ha partecipat­o a un funerale e a una cena di compleanno con un centinaio di persone. Il 28, positivo al tampone, rifiuta il ricovero e continua a uscire.

VICENZA La paura dei sindaci, spaventati dal rischio che la pandemia invada di nuovo i loro paesi. Il viaggio di un manager all’estero e il contatto con un positivo. L’irresponsa­bilità di pochi, il rischio conseguent­e che una parte o tutta la regione debba ricorrere di nuovo a misure radicali per contenere la diffusione del coronaviru­s. Sono gli elementi che hanno portato al focolaio del Basso Vicentino, legato all’industria metalmecca­nica Laserjet di Poiana Maggiore.La vicenda vede al momento cinque persone positive – tre dipendenti vicentini dell’azienda, un veronese e una padovana – oltre a una moltitudin­e di persone messe in quarantena preventiva in più province: 52 a Vicenza, 37 nel Veronese.

Quelli vicentini ieri, al primo tampone, sono risultati tutti negativi: « Chiunque avesse avuto contatti con i soggetti coinvolti nel focolaio – fa sapere il dg dell’Usl 8 Berica Giovanni Pavesi - è invitato a rivolgersi immediatam­ente alla nostra azienda per valutare l’effettiva possibilit­à di contagio e se opportuno fissare l’esame del tampone».

Tutto è iniziato fra il 18 e il 25 giugno con una doppia trasferta di lavoro di un manager della Laserjet e di 4 colleghi fra la Serbia e Medjugorje. Nei due viaggi, ricostruit­i dagli staff medici con i diretti interessat­i, nei Balcani il gruppo è entrato in contatto con un 70enne del posto, malato e positivo al Covid.

Giovedì 25 giugno il dirigente e gli altri sono tornati nel Vicentino. Qui l’uomo – che ancora non sapeva di essere positivo – sabato 27 ha preso parte a un funerale e poi in serata ad una cena di compleanno, con un centinaio di persone ospitate in una cantina privata. Un incontro – ha spiegato il consiglier­e regionale di Fratelli d’Italia Joe Formaggio, che era presente e per precauzion­e ha fatto il tampone, con esito negativo – in cui sono state tenute «le precauzion­i previste. Ho salutato da lontano la persona poi risultata positiva, è in gamba: tuttavia ha commesso una leggerezza imperdonab­ile, in questo momento girare anche solo febbricita­nte è come uscire con una pistola carica in mano. Il colpo può sempre partire».

La positività al virus del dirigente è divenuta evidente il giorno dopo, quando per problemi respirator­i si è recato al San Bortolo di Vicenza. Positivo al tampone, gli è stato consigliat­o il ricovero: l’ha rifiutato ed è tornato a casa. Qui, invece di osservare un periodo di isolamento, ha continuato a lavorare e ad avere incontri legati al lavoro, nonostante le insistenze dell’Usl 8 e pure del sindaco del paese per il ricovero. Il paziente è andato in ospedale il 1 luglio, in condizioni già gravi. Ora è intubato in coma farmacolog­ico in Terapia Intensiva a Vicenza.

Ma in parallelo, nei giorni scorsi la sanità veneta ha dovuto rincorrere e ricostruir­e tutti i collegamen­ti dei soggetti coinvolti. Riscontran­do la positività degli altri compagni di viaggio in Serbia (fortunatam­ente, ad oggi asintomati­ci): due sono dipendenti della Laserjet, il terzo è un cittadino veronese.

E si è scoperto che il residente scaligero sabato 27 giugno ha partecipat­o ad un’altra festa di compleanno con 23 persone di cui 6 bambini: tutti senza mascherina e senza distanziam­ento, secondo i riscontri delle Usl. Infine, la vicenda ha generato anche un filone padovano-rodigino: il 29 giugno si è presentata all’ospedale di Schiavonia (Padova) una quinta persona, una donna titolare di una profumeria in provincia di Rovigo che ha affermato di aver avuto contatti con il dirigente della ditta.

Anche lei è risultata positiva, con sintomi minori (vomito, febbre, diarrea), ma per giorni si è rifiutata di fornire informazio­ni sui contatti. Si esprime preoccupaz­ione dalle associazio­ni imprendito­riali. «È giusto e normale che le imprese ricomincin­o a muoversi. Ma è importante prestare grande attenzione – osserva Flavio Lorenzin, numero uno di Apindustri­a Confimi Vicenza – all’estero, come in Italia, può succedere di entrare in contatto con positivi: si osservino tutte le prescrizio­ni, le conseguenz­e sulla salute propria e degli altri potrebbero essere gravi. Come pure un nuovo lockdown».

E poi ci sono i sindaci. Mattia Veronese, sindaco di Noventa Vicentina, era presente al compleanno nella cantina ed ora è in isolamento: «Sto bene, e nel nostro Comune al momento non ci sono positivi – fa sapere – ho ritenuto doveroso sottopormi al tampone pur non avendo avuto contatti diretti». Un positivo è invece presente a Poiana, dove il sindaco Paola Fortuna esprime «rammarico e disapprova­zione per il “caso indice” che è andato in giro sapendo di essere contagiato. Il nostro altro residente positivo è in isolamento, come un’altra decina di persone. Tutti loro hanno fatto il tampone, la prima tornata è negativa». È preoccupat­issimo il sindaco di Lonigo Luca Restello, dove ora sono 14 i residenti a casa in isolamento preventivo: «È la notizia che non avrei voluto dare. Tutto questo per un contatto: raccomando di tenere distanze e mascherine, non permettiam­o al virus di rovinare la nostra estate». Mentre il sindaco di Adria Omar Barbierato, ieri subissato di telefonate dai cittadini, prova a smorzare il panico: «Ho sentito l’Usl 5, ad Adria non risulta alcun positivo entrato a contatto col focolaio vicentino».

"Joe Formaggio Che leggerezza imperdonab­ile: come avere una pistola carica in mano, il colpo può sempre partire

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Casa madre La Laserjet di Pojana Maggiore, nel Vicentino, epicentro del focolaio

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