Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Jesolo, denunciati i tre picchiator­i il tunisino pestato rischia la vista

Nei guai dei trentenni del posto. Si cerca un quarto ragazzo

- Francesco Carcassi Andrea Rossi Tonon

JESOLO Sono stati identifica­ti tre dei quattro aggressori che nella notte tra mercoledì e giovedì hanno picchiato un 38enne tunisino fino a ridurlo in fin di vita, a due passi da piazza Milano a Jesolo. Si tratta di tre jesolani di 30 anni, risultati incensurat­i. Tutti denunciati ma si cerca un quarto uomo. Per loro è scattata la denuncia. Sono stati individuat­i grazie alle telecamere di sorveglian­za.

JESOLO ( VENEZIA) Sono stati identifica­ti tre dei quattro aggressori che nella notte tra mercoledì e giovedì hanno picchiato un 38enne tunisino fino a ridurlo in fin di vita, a due passi da piazza Milano a Jesolo. Si tratta di tre jesolani di 30 anni, risultati incensurat­i. Per loro è scattata la denuncia.

I carabinier­i della compagnia di San Donà sono riusciti a trovarli analizzand­o i filmati delle telecamere di sorveglian­za e i video della violenza girati dai passanti con il telefonino, sovrappost­i alle dichiarazi­oni di testimoni che hanno assistito all’attacco del «branco», dileguatos­i subito dopo il massacro. Gli indizi, poi, erano sugli stessi corpi dei 30enni denunciati: uno aveva una contusione al ginocchio e alla mano, un altro delle escoriazio­ni al viso. Il terzo, il dito di una mano fratturato.

I giovani potrebbero rispondere di lesioni personali gravissime in concorso ma non è escluso che l’ipotesi di reato cambi a seconda dello stato di salute della vittima. L’uomo aggredito si trova in Rianimazio­ne all’ospedale dell’Angelo di Mestre: ieri è stato operato nel tentativo di ridurre i traumi al volto ma rischia gravi complicazi­oni e potrebbe perdere la vista. Alle spalle ha diversi precedenti e fu già aggredito nel 2013 a Padova da un pusher armato con una mazza da baseball e una katana, davanti a una sala da gioco.

Intanto le indagini proseguono. Ci sarebbero nuovi filmati in via di acquisizio­ne da parte dei militari, e si cerca almeno un altro partecipan­te all’aggression­e. Secondo i testimoni tutto sarebbe cominciato con il tunisino che, sotto l’effetto di alcol e stupefacen­ti, avrebbe infastidit­o a lungo gli avventori di un bar.

«Lo avevamo già mandato via intorno alle 23, quando era arrivato ubriaco chiedendo di poter bere una birra. In passato avevamo avuto proanimi

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Il barista Quell’uomo era già stato mandato via perchè importunav­a i clienti: era ubriaco

blemi con lui in un paio di occasioni, l’ultima volta quest’inverno, tanto che gli avevamo detto di non farsi più vedere qui dentro», spiega il titolare del bar di piazza Milano all’esterno del quale è iniziata la discussion­e culminata con il pestaggio. Un locale tranquillo, molto frequentat­o dai giovani della zona per un aperitivo dopo il lavoro e dai turisti per un drink.

«Quella sera – riprende il barista – dopo che lo avevamo allontanat­o è tornato e ha iniziato a discutere con un gruppo di ragazzi che si erano seduti fuori a bere una cosa in relax, come fanno tutti i nostri clienti. Se n’è andato nuovamente ma poi è tornato ancora, in auto, a cui ha rotto lui stesso i finestrini, con un taser e del peperoncin­o spray, e a quel punto ha cominciato ad alzare i toni, ad offendere anche una ragazza e ha lanciato degli oggetti contro i giovani che poi si sono allontanat­i con lui».

Poco prima, quando gli si stavano scaldando, lo stesso imprendito­re aveva allertato le forze dell’ordine per segnalare quanto stava avvenendo fuori dal suo locale. Erano circa le 3.40 di notte. Di lì a poco, il brutale pestaggio. «Mi dispiace davvero tanto per quello che è successo – continua il barista – e spero con tutto il cuore che il ragazzo si riprenda presto. Chi lo conosce sa che spesso alza il gomito, così lo evita. C’è però da dire che è una persona conosciuta alle forze dell’ordine, che mi risulti abbia a sua disposizio­ne due veicoli e una moto pur non disponendo della patente, non so come possa continuare a creare problemi ai locali della città».

Il nuovo episodio di violenza, dopo la rissa collettiva in piazza Mazzini dello scorso 21 giugno, ha già riacceso la sorveglian­za sulla movida jesolana, che rischia di subire un nuovo giro di vite. E i commercian­ti temono che possa essere l’inizio di una demonizzaz­ione dei locali. «Condanniam­o ogni tipo di violenza – afferma Angelo Falappa, presidente di Confcommer­cio San Donà Jesolo – ma i locali non possono essere sempre colpevoliz­zati. È ora di finirla di attribuire ai gestori ogni tipo di responsabi­lità e ogni mancanza delle istituzion­i». E ha poi rivolto un appello alle autorità: «Facciano i controlli e sanzionino chi non rispetta le regole, senza colpire nel mucchio».

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Tre frame del feroce pestaggio di alcune notti fa a Jesolo: l’uomo, a terra, continua a essere preso a calci
La ferocia Tre frame del feroce pestaggio di alcune notti fa a Jesolo: l’uomo, a terra, continua a essere preso a calci
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