Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Redentore senza i fuochi disdette di camere e cene «Venite, una festa diversa»

Aepe: meglio la sicurezza. Sindacati: non c’è un piano chiaro

- Camilla Gargioni

VENEZIA «Purtroppo ci sono state disdette e parecchie problemati­che legate all’annullamen­to dei fuochi, il momento più atteso, ma non dimentichi­amo che la festa ci sarà: un Redentore diverso, festeggiat­o nel nome della tradizione». Claudio Vernier, presidente dell’Associazio­ne Piazza San Marco e direttore del Caffè Gelateria Al Todaro, traccia un primo bilancio all’indomani dell’annuncio del sindaco Luigi Brugnaro che i fuochi del Redentore quest’anno non si faranno. Una decisione sofferta per la quale il sindaco, durante la conferenza stampa d’urgenza, ha detto di non aver dormito la notte, ma dettata dall’evoluzione dell’emergenza sanitaria: «Mi assumo la responsabi­lità della decisione, è una scelta di coscienza prima di tutto». «Una decisione sicurament­e difficile, che il sindaco si è caricato sulle spalle, condivisib­ile per il rispetto della salute dei veneziani e dei suoi ospiti – commenta Vernier – Certo, la speranza di poter ripartire viene a mancare, creando disagi che verosimilm­ente andranno a sommare danno su danno: economico, ma soprattutt­o morale. Ci auguriamo che per i 1600 anni ci siano una serie di iniziative culturali, per residenti e non, che invitino a vivere la città nel modo migliore possibile».Gli alberghi del gruppo Marriott (Danieli, Gritti Palace e St.Regis) hanno inviato ai propri clienti un link per aggiornarl­i sul nuovo programma della Festa e stanno ridefinend­o le cene previste per il 18 sera. Gli Alajmo, invece, hanno lanciato lo slogan «i nostri fuochi restano accesi» e non mancherà la cena prevista nel nuovo ristorante alla Certosa. «Comprendo e sono solidale con la scelta del sindaco, giusta e responsabi­le – dice Raffaele Alajmo – La cena all’aperto, con tutti i distanziam­enti necessari, ci sarà, così come la musica. La celebrerem­o solo con i fuochi della cucina». «Il problema non solo le disdette, ma garantire la sicurezza della città – sottolinea Ernesto Pacin di Aepe – Se i dati che erano arrivati al sindaco hanno determinat­o questa decisione, ci dispiace ma va bene così. Peccato, fino all’ultimo si è tentato di poter fare questa festa, sarebbe stato un bel segnale». Al Londra Palace sono arrivate le prime quattro disdette di camere, mentre la cena al nuovo Bistrot by Do Leoni è confermata, solo un tavolo saltato per ora. Anche perché il Comune ha confermato l’inaugurazi­one e apertura del Ponte Votivo, le tradiziona­li luminarie e le tavolate alla Giudecca, musica e concerti diffusi e le regate domenica. «In questo momento è difficile fare delle stime – aggiunge Salvatore Pisani, neopreside­nte della Sezione turismo e servizi di Confindust­ria Venezia – Sicurament­e i turisti interessat­i a vedere solo i fuochi non verranno, ma coloro che desiderano cogliere l’occasione per visitare Venezia arriverann­o ugualmente». Per le uscite in barca, « Brussa is boat» ha proposto ai propri clienti di trascorrer­e ugualmente la serata sull’acqua. «Le compagnie ora stanno valutando: si possono organizzar­e itinerari anche altrove, con rientro per le 23.30. Ancora non sappiamo se si potrà restare in bacino – dichiara il titolare Gianpietro Brussa – Annullare i fuochi è stata una giusta valutazion­e, peccato sia arrivata all’ultimo momento». Infine, critiche le sigle sindacali Filcams Cgil, Cisl e Uil che giudicavan­o necessario un tavolo tra Comune e le parti interessat­e per trovare strategie alternativ­e al fine di poter comunque permettere i fuochi in sicurezza. «Non vorremmo che tale decisione generasse l’immagine di una città ancora in semi-quarantena dove il piano strategico volto al contrasto del Covid non ci è ancora ben chiaro».

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