Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Perizia balistica dopo l’autopsia. Il ricordo con la sorella
Baldan ucciso da un’emorragia Fiori e lettere sul luogo del delitto
VENEZIA A causare la morte di Andrea Baldan potrebbe essere stata un’emorragia interna, provocata dai proiettili di Simone Meggiato. È uno dei primi risultati dell’autopsia sul corpo del 51enne, morto durante una colluttazione con il compagno dell’ex moglie dopo una discussione davanti alla casa di quest’ultimo a Oriago di Mira, nella notte tra il 3 e il 4 luglio. Il medico legale ha iniziato l’analisi giovedì e l’ha proseguita ieri: i suoi risultati completi saranno consegnati alla pm Alessia Tavarnesi e aiuteranno a fare luce sulla dinamica dell’accaduto. Due i proiettili nel corpo di Baldan: si tratta di munizioni a tronco di cono, a testa tagliata, regolarmente detenuti da Meggiato. La loro particolarità è di essere meno penetranti rispetto ad altri, ma di avere un maggior potere dirompente. Colpi da caccia, o riservati alla polizia, ma vietati all’esercito. L’autopsia è un punto di partenza: ora toccherà agli esperti di balistica ricostruire in che modo gli spari abbiano raggiunto il corpo della vittima.
Nonostante l’ordine del giudice gli impedisse di avvicinarsi ai luoghi frequentati dalla ex moglie, Baldan si era presentato attorno a mezzanotte in sella alla sua moto davanti all’abitazione di Meggiato. Aveva suonato il campanello e il rivale era uscito con uno spray al peperoncino e la sua arma calibro nove. Poi lo scambio di parole, degenerato in zuffa e finito con quegli spari, che hanno ucciso Baldan nonostante i tentativi di rianimarlo dello stesso omicida. Meggiato resta in carcere e sostiene di non ricordare nulla del momento in cui dalla sua pistola sono partiti i proiettili. Un blackout su cui resta da fare chiarezza: l’avvocato dei parenti di Baldan, Matteo Scussat, respinge l’idea che i colpi possano essere partiti per sbaglio. Ora sarà fondamentale il ruolo delle perizie.
Intanto, ieri sera, gli amici di Baldan hanno scelto di depositare fiori e lettere nel luogo in cui si è spento il loro «gigante buono»: un’iniziativa organizzata con il gruppo Buongiorno Marghera, a cui hanno partecipato una ventina di persone, tra cui l’assessore veneziano alla Sicurezza Giorgio D’Este e la sorella gemella di Andrea, Carla Baldan (nella foto in alto, Errebi): «Era una persona dolce, inoffensiva - ha ribadito lei - Le uniche volte che ha alzato le mani era da bambino, e solo giocando tra fratelli». (p. c.)