Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Infermieri e Oss in fuga dalle case di riposo «Tutti negli ospedali»
L’allarme dei sindacati. Piano della Regione
«C’è poco da fare. Chi studia per diventare infermiere lo fa per vocazione e una volta formato vuole andare a lavorare in ospedale. Dove tra l’altro trova uno stipendio migliore e carichi di lavoro meno impattanti » . Allarga le braccia Roberto Volpe, presidente di Uripa (Unione regionale istituti per anziani), di fronte alla fuga di infermieri e operatori sociosanitari (Oss) dalle case di riposo e dai centri servizi per disabili. Un problema così grave da indurre la Cgil a chiedere alla Regione di bloccare la chiamata di questi professionisti nelle graduatorie concorsuali delle Usl, perché si rischia lo stop delle attività nelle strutture territoriali. «Già prima del Covid-19, a fronte di un fabbisogno di 4mila infermieri e 26mila Oss per 346 case di riposo con 32.300 ospiti nel Veneto, potevamo contare rispettivamente su 3400 e 22mila dipendenti — spiega Volpe —. Per due motivi: sempre meno iscritti a Scienze infermieristiche e quota 100. Durante l’epidemia di coronavirus abbiamo perso 400 infermieri, trasferiti appunto negli ospedali, ma l’emorragia non si ferma. Anche per l’introduzione della nuova figura dell’infermiere di famiglia, che nel Veneto attirerà 800 professionisti, molti dei quali operanti nelle residenze per anziani. L’unica soluzione a questo grave problema, che si trascina dal 2001 — chiude Volpe — è che la Regione assuma tutti gli infermieri e poi li mandi periodicamente e a turno nelle case di riposo e nei centi servizi».
Simile la ricetta di Ivan Bernini, segretario generale della Cgil Fp: «Nell’immediato si dovrebbe operare un piano straordinario di assunzioni nelle Usl che metta al riparo gli ospedali e garantisca un investimento nei servizi territoriali, in una logica di integrazione e supporto alle attività svolte da questi ultimi. Nel medio periodo bisognerà invece considerare che i contratti del terzo settore debbano essere adeguati, dal punto di vista economico e normativo, al riconoscimento del valore lavoro operato dai professionisti». Il dialogo con la Regione è aperto. «Sono a conoscenza del caso e ne ho parlato con le associazioni Uripa e Uneba — assicura Manuela Lanzarin, assessore a Sanità e Sociale — abbiamo aperto un tavolo di confronto e stiamo lavorando per arrivare a una situazione di equilibrio tra ospedale e territorio. Ho già chiesto ai direttori generali delle Usl di segnalare l’esatto fabbisogno di infermieri e Oss nelle case di riposo e nei centri per disabili ed è in preparazione una delibera per consentire parte della formazione degli operatori sociosanitari a distanza, così da permettere loro di lavorare nello stesso tempo. A ottobre — conclude l’assessore — si laureranno i nuovi infermieri e saremo attenti a predisporre un piano di assunzioni che non penalizzi e non crei un danno così importante al territorio».
"Ivan Bernini Chiediamo alla Regione di bloccare la chiamata di queste figure nelle graduatorie concorsuali delle Usl, altrimenti si ferma l’attività