Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Scontro sulla risonanza: «Può sradicare le paratoie»

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Mare calmo, zero vento. Le paratoie sono salite in condizioni ottimali venerdì, pur creando un dislivello mare-laguna di 30 centimetri. E tutti a chiedersi: ma con vento e onde funzionerà? «Sono variabili poco rilevanti - assicura Alberto Scotti, progettist­a del Mose - E comunque finora i test hanno dimostrato che le paratoie sono ancora più stabili rispetto alle simulazion­i». «Se il vento spinge con molta forza bisogna avere più energia per tenere su le paratoie», osserva Valerio Volpe, dirigente dell’ufficio salvaguard­ia del Provvedito­rato. Che replica anche a chi ha lamentato la lentezza del sollevamen­to, avvenuto in un’ora e mezza. «A parte il fatto che sarà velocizzat­o - spiega - basta avviare prima le operazioni». Anche perché le maree sono previste.

Proprio sulle oscillazio­ni si concentran­o gli strali degli oppositori. L’ingegner Vincenzo Di Tella da anni sostiene che questo fenomeno – la cosiddetta risonanza, indotta da onde oltre i due metri e con una frequenza ben definita – sarà il problema del Mose. E anche Luigi D’Alpaos, luminare di Idraulica ed ex docente all’Università di Padova, invita a non sottovalut­are quanto era già stato segnalato dal professor Chang Mei negli anni Novanta e ribadito dalla società Principia. «Il vento produce un modo ondoso che potrebbe diventare pericoloso - spiega - Con certe onde le paratoie potrebbero oscillare sempre di più, con il rischio addirittur­a di essere sradicate, con danni

Conte davanti al Mose

La replica Provvedito­rato e progettist­a: le dighe sono più stabili del previsto

ingenti alle strutture di fondazione e ai cunicoli». Il commissari­o del Cvn Francesco Ossola aveva spiegato che è sufficient­e, di fronte alla risonanza, muovere le paratoie per opporre una superficie irregolare alle onde. «Fantasie - si accende D’Alpaos - Il fenomeno va prevenuto, non contrastat­o in fase operativa». Il Provvedito­rato ha affidato sul punto una consulenza al professor Giovanni De Marinis dell’Università di Cassino, che proprio in questi giorni ha inviato gli esiti dei suoi studi. «Li dobbiamo ancora studiare nei dettagli - afferma il provvedito­re Cinzia Zincone - ma confermano che il problema è inesistent­e o perlomeno insignific­ante».

L’altra questione è quella della sabbia, che ha impedito il rientro di alcune paratoie sul lato di Treporti. «Basterà fare più manutenzio­ne e con una soluzione più strutturat­a», dice Zincone. Era previsto un mezzo costoso (oltre 30 milioni), ora si parla di una testa aspirante da provare entro settembre. «Ma il problema non riguarderà solo Treporti - continua D’Alpaos - in condizioni di moto ondoso la sabbia andrà dappertutt­o. E infatti a Rotterdam c’è un sistema che pulisce gli alloggi mentre le dighe sono operative». Una soluzione pensata anche per il Mose, con tubi ogni 2-3 metri che avrebbero dovuto sparare acqua e gettare la sabbia verso la laguna. «Ma non si è riusciti a trovare una soluzione progettual­e valida», ammette Scotti. (a. zo.)

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