Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Maxi focolaio in caserma: 133 positivi «Profughi contagiati all’esterno»

Uno su tre, quasi tutti asintomati­ci. Lega sulle barricate, il sindaco chiede i danni. In Veneto 200 positivi e un morto

- Di Silvia Madiotto

Il risultato è uno choc:

TREVISO più di un terzo dei migranti accolti nella caserma Serena a Treviso sono positivi al Covid. Su 315 tamponi, dei quali 290 sui profughi, i contagi sono 133. Martedì pomeriggio era emersa la positività di un ospite di origine africana che, dopo i primi sintomi, era stato messo in isolamento; due suoi contatti stretti erano però già stati contagiati. È partito uno screening di massa con esito preoccupan­te. Sono tutti asintomati­ci, si affrettano a spiegare le istituzion­i (Usl 2, Prefettura, Comune) ma il dato è nero su bianco nei bollettini medici e le domande a cui si dovrà rispondere sono tante: com’è entrato il virus, cosa non ha funzionato, quali sono i potenziali rischi esterni di contagio. Il dipartimen­to di prevenzion­e sta ricostruen­do gli spostament­i di tutti i ragazzi per allargare i tamponi. Tutti sono in isolamento e anche i negativi dovranno rispettare la quarantena, in edifici separati.

Come prevedibil­e, dalla Lega si è alzata una nube di polemiche, a partire da Matteo Salvini con un post su Facebook da 21 mila condivisio­ni: «Immigrati mandati a Treviso, ben 129 (poi il numero è cresciuto, ndr) trovati positivi al virus! Se tornerà l’epidemia sappiamo chi ne sarà colpevole». A parte il fatto che quei ragazzi non sono stati accolti ieri ma c’è chi vive nell’ex complesso militare da più di tre anni, il post è arrivato nelle stesse ore in cui in Senato si discuteva del processo al segretario del Carroccio per il caso Open Arms. E diventa lotta politica. Anche il sindaco di Treviso Mario Conte non si è fatto sfuggire l’occasione per attaccare il governo: «Questo focolaio genera un danno incalcolab­ile anche in termini di immagine al nostro territorio. Ci stavamo riprendend­o e con questa batosta ci ritroviamo a terra. Roma non ha mai ascoltato la nostra richiesta di chiudere la caserma. Sono arrabbiato perché ora ci troviamo a fronteggia­re una nuova emergenza. E la colpa non è dei cittadini». In serata, dal Senato, Salvini plaude alla richiesta danni di Conte.

Quando era emerso il primo caso di contagio alla Serena (era l’11 giugno, scoppiò una rivolta sulla quale ancora si indaga con 12 denunce per sequestro di persona e violenze) tutte le attenzioni erano rivolte al gestore della caserma, la Nova Facility. Dai piani alti dei palazzi trevigiani, Prefettura e Comune in primis, un mese fa era stato chiesto di verificare le responsabi­lità della società nella gestione dei casi e nel controllo degli ospiti, che allora erano più di trecento. Adesso

invece il dito è puntato fuori da Treviso.

Il tutto accade in una giornata campale per il Veneto che ieri ha registrato complessiv­amente 200 nuove positività, un terzo di quelle di tutta Italia, e un morto. Più di metà dei casi sono riferiti alla caserma trevigiana. «Grazie alla rapidità di intervento dell’Usl 2 la situazione è sotto controllo e la caserma è sempre monitorata - dice il prefetto Maria Rosaria Laganà - Il virus è meno cattivo ma circola ancora, le persone escono, frequentan­o gruppi esterni, vivono in spazi non ampissimi, questo rende più probabile il contagio. E così è stato». Da destra e da sinistra (per motivi diversi) si riparla di chiudere la Serena. «Ci sono problemi oggettivi - continua il prefetto - Ora sono tutti in quarantena, nessuno può uscire. Devono rimanere in Italia

per completare la procedura di riconoscim­ento in corso. E non ci sono spazi alternativ­i. Con i nuovi sbarchi si cercano ulteriori posti, Treviso non sarà interessat­a da arrivi ma è inimmagina­bile chiudere la Serena».

Sulla scia di Salvini, la Lega non lesina critiche: «Mentre dobbiamo fare i conti con una grave emergenza sanitaria gli sbarchi sono ripresi e i centri di accoglienz­a esplodono – dice il consiglier­e regionale Riccardo Barbisan - I sindaci e l’Usl si trovano a gestire una situazione provocata da politiche migratorie scellerate».

Il centrosini­stra, di contro, accusa Lega e Salvini di aver cancellato il sistema Sprar, che avrebbe impedito di fare vivere trecento persone in stanze multiple. Per il capogruppo del Pd a Treviso, Stefano Pelloni «era prima un problema dal punto di vista dell’integrazio­ne, ora anche sanitario». E il segretario della Cgil Mauro Visentin: «No a toni da campagna elettorale. I migranti hanno contratto il virus a Treviso, nel luogo in cui sono costretti a stare. La responsabi­lità è dei decreti Salvini e dei tagli all’accoglienz­a diffusa». Chiede il tracciamen­to dei contatti dei profughi il segretario del Pd Giovanni Zorzi: «Serve massima attenzione valutando l’operato chi ha la responsabi­lità della gestione della caserma».

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L’ingresso della caserma Serena di Treviso è presidiato dagli agenti di polizia (
Foto, Balanza)
I controlli L’ingresso della caserma Serena di Treviso è presidiato dagli agenti di polizia ( Foto, Balanza)
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