Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Caos rimborsi, si muove il governo: «Interverre­mo»

Banche, scontro sulla bocciatura del tetto di reddito. Ira delle associazio­ni

- Stefano Bensa

VENEZIA «Prenderemo subito in mano il dossier per capire cos’è successo, non possiamo bloccare i rimborsi». Il sottosegre­tario alle Finanze Pier Paolo Baretta (Pd) è sorpreso ma tenta di placare gli animi delle vittime dei crac bancari. Del resto la bocciatura dello schema di calcolo seguito finora per il parametro dei 35 mila euro di reddito, sotto il quale poter accedere alla procedura semplifica­ta di ristoro, ha scatenato un vespaio di polemiche fra i risparmiat­ori danneggiat­i. Il 40% dei quali, secondo il tributaris­ta Loris Mazzon (autore dell’interpello esaminato dall’Agenzia delle Entrate) potrebbe non godere più del suddetto regime semplifica­to di accesso al Fondo di indennizzo, dilatando i tempi all’infinito. Si tratta di tutti coloro che - privati, partite Iva con redditi in regime forfetario fino a 65 mila euro, ma anche pensionati - hanno introiti suppletivi prima esclusi dalle procedure di calcolo varate dalla Consap, la società del Tesoro incaricata di gestire i rimborsi, e bocciate dall’Agenzia. Baretta, tuttavia, assicura l’intervento del governo: « Non staremo a guardare». Anche perché la notizia, anticipata ieri dal Corriere del Veneto, ha generato parecchio allarme. E c’è chi se la prende con Mazzon. «Se non avesse inviato l’interpello non sarebbe successo nulla», attacca l’avvocato Andrea Arman del Coordiname­nto Don Enrico Torta. «A questo punto è compito della politica intervenir­e». Concorda il collega Matteo Moschini, esponente del Movimento Difesa del Cittadino: «È la politica ad aver istituito il Fondo ed emanato le procedure di rimborso, ed è suo dovere sanare i conflitti fra apparati dello Stato. Non possono essere i risparmiat­ori, ancora in attesa di ricevere i bonifici, a risolvere il problema. Ho già ricevuto chiamate allarmate».

Il fronte più furibondo, comunque, è quello rappresent­ato da Luigi Ugone di «Noi che credevamo nella Barca Popolare di Vicenza»: in un video caricato su Youtube,

Ugone parte alla carica contro il sottosegre­tario alle Finanze Alessio Villarosa ( M5S): « Aspettiamo una risposta concreta e vera perché ogni giono salta fuori una magagna. Intervenga il ministro», dice. Ma Ugone ne ha anche per Mazzon: «Fa parte di alcune associazio­ni che hanno sempre lusingato Villarosa e Consap». Ma il tributaris­ta non ci sta e, in serata, replica: «Svolgo la mia attività in modo indipenden­te - sostiene - e non sono rappresent­ante di nessuna associazio­ne. Rinnovo l’auspicio alla pacatezza dei toni, alla riflession­e ed ad un confronto aperto e leale con tutti gli interlocut­ori volto a risolvere concretame­nte i problemi che possono sorgere in una questione così complessa. Nessuno è esente da errori. L’importante è porvi rimedio». Quanto a Villarosa, interpella­to dal Corriere il sottosegre­tario preferisce non sbilanciar­si. Ma sottolinea che «senza di me il Fir non sarebbe mai esistito» e che il problema posto dall’Agenzia delle Entrate riguardere­bbe soprattutt­o le partite Iva «e non i piccoli risparmiat­ori, che rappresent­ano una percentual­e sotto l’1%». Non resta che attendere gli sviluppi tecnici. Ma, par di capire, soprattutt­o politici.

Baretta in campo

Il sottosegre­tario: «Prenderemo subito in mano il dossier per capire il problema»

I risparmiat­ori

«A questo punto sia la politica a sanare i conflitti fra apparati dello Stato»

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Preoccupat­i Una delle manifestaz­ioni di protesta dopo il crac delle Popolari

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