Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Ferragosto, stretta su disco e feste al mare
Nei locali mascherine e capienza dimezzata
Obbligo di mascherina anche in pista
VENEZIA da ballo (che può essere solo all’aperto) e capienza al 50 per cento. Per chi sgarra, chiusura seduta stante. Sono le nuove regole decise ieri dalla Regione, in vista di Ferragosto, contro il rischio contagi nei locali della movida.
VENEZIA Stretta sulle discoteche e su tutti i locali dove si balla in Veneto. La Regione non chiude i club come molti temevano, ma le nuove regole sono così rigide che sarà da vedere quanti continueranno a tenere aperto dopo Ferragosto: mascherina sempre obbligatoria anche in pista da ballo, capienza ridotta del 50 per cento e, per chi sgarra, obbligo immediato di chiusura per 5 giorni (oltre alla multa). Basterà cioè un video come quello circolato dopo la prima serata d’apertura del Muretto di Jesolo nel Veneziano, con i giovani a volto scoperto scatenati sotto la consolle, e la discoteca non potrà riaprire.
L’ordinanza di Palazzo Balbi è di ieri pomeriggio e si allinea
"Il questore I sindaci abbiano il coraggio di togliere le licenze alle attività a rischio
alle indicazioni del governo contro il rischio di boom di contagi tra i più festaioli (per due giorni Stato e Regioni si sono scontrati sul da farsi per evitare di mettere fine alla movida estiva e imporre la serrata dei locali notturni) ed è stata redatta in sinergia con l’Emilia-Romagna, dopo aver sentito Roma per evitare che le decisioni territoriali venissero contestate a livello centrale. Anche se, ricordano i ministri Francesco Boccia (Affari regionali) e Roberto Speranza (Sanità): «Le autorizzazioni (all’apertura delle discoteche, ndr) sono su base regionale in relazione alla situazione epidemiologica ma bisogna stare attenti perché i contagi stanno aumentando».
E in Veneto i positivi continuano a salire, dando alla nostra regione il triste primato di prima d’Italia per crescita dei casi. Ecco dunque motivata la scelta di mettere freno alla movida a poche ore dall’inizio delle feste. «Vogliamo evitare che il virus torni a fare la voce grossa – dice il presidente Luca Zaia - Mi rivolgo soprattutto ai giovani: pazientate ancora, rispettate le indicazioni che vengono date con comportamenti coerenti alla situazione, è comprensibile che si voglia stare insieme e divertirsi ma basta poco per vanificare l’impegno di tutti e il lavoro dei nostri sanitari».
A vegliare, lungo il litorale dove hotel e alloggi turistici sono quasi tutti sold out per
questo fine settimana, la questura di Venezia. «Monitoreremo ulteriormente la mobilità e gli aspetti criminali più emergenti e presteremo maggiore attenzione a spiagge, discoteche, chioschi e locali frontemare - dice il questore Marcello Masciopinto - Fondamentale è però la prevenzione, a cui sono preposte altre autorità, altrimenti rischiamo che tutto diventi una questione di polizia. I 110 questori d’Italia prendono ogni giorno decisioni, assumendosi responsabilità e facendosi amici e nemici. I sindaci devono fare altrettanto, devono trovare il coraggio di dare o togliere licenze a chi è preposto ad attività che possono essere a rischio». A Jesolo - oltre a polizia e vigili urbani - la Capitaneria di porto monitorerà battigia e mare, a Caorle gli agenti in strada sono raddoppiati per i fuochi di Ferragosto mentre a Cavallino Treporti, Chioggia ci saranno «controlli di routine», spiegano i sindaci con la polizia locale schierata.
Un impegno maggiore - sul fronte di quella prevenzione di cui parla il questore - è chiesto, infine, ai gestori dei locali. Ed è messo nero su bianco nell’allegato all’ordinanza di Zaia. I titolari hanno «l’obbligo» di comunicare le misure anti-Covid non solo in italiano ma anche nelle lingue dei clienti stranieri, organizzare tutti gli spazi in modo che sia rispettato il distanziamento sociale, dotarsi di sorveglianza, disinfettare tutto (anche i bicchieri con cui sono servite le bevande), prediligere prenotazioni online ed è caldeggiata la misurazione della temperatura. «Sicuramente la Regione ha fatto la scelta giusta - commenta Franco Polato, presidente di Silb Venezia (il sindacato delle discoteche) - vorremmo capire se è nostra responsabilità se un cliente si leva la mascherina nonostante gli avvisi: non sarebbe corretto». Le misure sono «stringenti e non possiamo che prenderne atto - continua - speriamo che lo Stato aiuti un settore, come il nostro, che rischia di morire » . Polato si concede un piccolo sfogo: «In Italia non risultano contagi in discoteca, è in corso una caccia alle streghe verso un settore ritenuto effimero, rispettiamo le norme ma ci sono davvero tanti posti di lavoro a rischio».