Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Muore dopo lo schianto in laguna

Un altro incidente. Allarme per la sicurezza nei canali: 6 barche su 10 multate

- Costa

VENEZIA «Maciste» non ce l’ha fatta. E adesso anche una donna è ricoverata in gravi condizioni all’ospedale all’Angelo dopo uno schianto in laguna. Due incidenti in meno di una settimana. Il primo mercoledì a San Secondo: Cristiano Argagnotto, chiamato Maciste, 51 anni, che guidava, è morto dopo 5 giorni. Il secondo domenica all’Arsenale. Una donna è in rianimazio­ne. Il problema della sicurezza resta alto: 6 barche su 10 controllat­e vengono multate.

VENEZIA C’erano le luci di via accese, a un certo punto il capitano Actv ha anche suonato la sirena, eppure la barca non si è fermata, continuand­o la sua corsa fino a scontrarsi con il motoscafo in uno schianto che ha precipitat­o tra le onde i passeggeri a bordo dell’open, due uomini e due donne. L’incidente nautico che domenica sera ha agitato le acque davanti alla fermata dell’Arsenale ha visto due uomini, tra i 50 e i 60 anni, portati di corsa all’ospedale Civile per accertamen­ti e due donne, tra i 30 e i 40, ricoverate all’Angelo, una delle quali grave in rianimazio­ne, con traumi al corpo e alla testa. I primi a soccorrerl­i, tirando fuori dall’acqua i quattro feriti, sono stati i dipendenti Actv del mezzo di approntame­nto colpito dalla barca (non si trattava di un vaporetto di linea ma di un motoscafo di servizio dell’azienda, impegnato in una spola per preparare le corse notturne e mattutine). Ieri pomeriggio guardia costiera e vigili del fuoco hanno dovuto sudare per recuperare il relitto della barca, trainato già con fatica dall’Arsenale a punta della Dogana, dove è rimasto ormeggiato in sicurezza - anche se quasi affondato - per tutta la notte; i militari stanno ora esaminando lo scafo, trattenuto in Marittima, per ricostruir­e nel dettaglio la dinamica dell’incidente, anche se sembra evidente che dietro lo scontro ci sia un eccesso di velocità e forse una distrazion­e.

Due incidenti in una settimana. I rischi in laguna non sembrano diminuire, nonostante i sempre più numerosi controlli tra canali e barene. Nel week end di ferragosto gli schieramen­ti di vigili, polizia, capitaneri­a, carabinier­i, non sono bastati a evitare le corse soprattutt­o notturne. Tra venerdì e domenica la Capitaneri­a ha messo in acqua quattro imbarcazio­ni, che hanno effettuato 29 controlli puntuali, a cui si sono affiancate 15 pattuglie a terra, a controllar­e le spiagge ma anche i passaggi dei mezzi da riva. La questura, che da due mesi sta impiegando anche droni e moto d’acqua per riuscire a individuar­e e intercetta­re i «pirati» della laguna, dal primo giorno d’agosto a domenica 16, ha portato a termine dieci servizi di controllo, verificand­o 28 barche e identifica­ndo 31 persone, sempre tra Certosa, San Giuliano, Vignole, Fusina e Malamocco. Le multe sono state 18 e in due casi anche c’è stato anche il sequestro del mezzo (poppa era stato montato un power lift). «Gli ultimi incidenti purtroppo ci dimostrano come sia indispensa­bile continuare con le attività di controllo, che inizialmen­te erano state molto criticate - conferma il questore Maurizio Masciopint­o - Perché siano davvero efficaci, però, serve l’impegno e la collaboraz­ione di tutte le forze dell’ordine. A Venezia, comunque, tutti i corpi sono determinat­i a lavorare assieme in questo senso».

Quest’anno la Prefettura ha deciso una stretta su tutti i comportame­nti scorretti, dai fuoribordo «potenziati» ai power lift che alzano il motore stravolgen­do l’assetto della barca e mettendone a repentagli­o la stabilità. Prima, è arrivata un’ordinanza proprio dalla capitaneri­a, che ha sancito il divieto di corsa in planata e di scia alta, considerat­i indizi sufficient­i per confermare un eccesso di velocità. Eppure pare che qualcuno abbia già provveduto, scoprendo come correre senza alzare la prua: «In questo, purtroppo, lo spirito italico non ha rivali - sospirano dalla sala di controllo della capitaneri­a di porto - Anche se potrebbe trattarsi di un ulteriore elemento di rischio, visto che le barche leggere non potrebbero viaggiare così».

E così le forze dell’ordine continuano a concentrar­si sugli illeciti «storici», a cominciare dai 40 cavalli trasformat­i in 60 e condotti senza patente.

 ??  ??
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy