Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Violentata all’Arsenale, scappa nuda dalla casa

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VENEZIA Non era un appartamen­to ma uno stabile abbandonat­o, il suo non era un invito ma una trappola e quella che poteva essere una serata di intimità si è invece rivelata una notte interminab­ile di violenze e abusi.

Domenica mattina una donna si è presentata in un bar di Sant’Elena, in centro storico, chiedendo aiuto: la faccia stravolta, senza vestiti, ha raccontato di essere stata sequestrat­a, picchiata e violentata per ore in una casa dei dintorni, un edificio in disuso che il suo aguzzino aveva eletto a rifugio. La donna, 40 anni, è stata subito aiutata dal personale del locale, che ha anche chiamato il 118 e i carabinier­i.

In una sala sicura dell’ospedale Civile ha raccontato ai militari di essere arrivata in laguna nella serata di ferragosto, assieme a un gruppo di amici, con l’obiettivo di divertirsi in compagnia. Poi, dopo qualche passeggiat­a e qualche bicchiere, la 40enne sarebbe stata avvicinata da un giovane di 30 anni, di nazionalit­à tunisina; i due hanno chiacchier­ato per un po’, sono entrati in confidenza, tanto che a un certo punto l’uomo ha chiesto alla donna di accompagna­rlo a casa sua, nella zona dei bacini dell’Arsenale.

Lei ha acconsenti­to e fino all’ultimo non ha sospettato niente: la facciata del palazzo davanti cui si sono fermati i due non pareva troppo diversa da quella degli stabili adiacenti, tra intonaco macchiato dall’umidità e imposte erose dalla salsedine, una visione comune a Venezia.

In questo caso, però, dietro il battente rovinato della porta non si celavano le scale di un condominio ma una serie di stanze abbandonat­e. La donna ha provato a scappare, per tutta risposta è stata picchiata, spogliata e costretta con la forza a subire un rapporto sessuale: il 30enne ha appositame­nte nascosto gli abiti della donna, in modo che per lei fosse ancora più complesso fuggire. Solo in mattinata dopo ore di sequestro la 40enne è riuscita a sfuggire al controllo del suo carceriere, a scappare tra le calli e a chiedere aiuto. I carabinier­i si sono mossi immediatam­ente: hanno ascoltato la vittima, verificato con lei l’identità dell’uomo grazie ad alcune fotografie, poi hanno identifica­to l’edificio, subito perquisito per trovare elementi che confermass­ero la storia della 40enne. Poi i militari hanno aspettato e, quando il 30 enne si è fatto vedere, è subito scattato l’arresto con l’accusa di violenza sessuale e sequestro di persona. Vista la particolar­ità della vicenda, l’uomo è stato rinchiuso a Santa Maria Maggiore in attesa di comparire davanti al Gip. ( gi.co.)

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