Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Duemila alberi caduti anche per il maltempo Il Comune ne pianta oltre tredicimil­a

- Pierfrance­sco Carcassi

MESTRE L’ultimo albero è caduto ieri sera, in via Rizzardi a Marghera. Un platano secolare finito per effetto del maltempo sui cavi del tram per poi rimanere sui binari. Linea interrotta per circa un’ora, fino alla fine dell’intervento dei Vigili del Fuoco, ma nessun ferito. Negli ultimi cinque anni sono oltre 2mila le piante cadute per il maltempo o tagliate perché indebolite dalle malattie. Una foresta caduta, rimpiazzat­a da un’altra che è cresciuta, ben più numerosa: nello stesso lasso di tempo il Comune ha infatti piantato quasi 14mila alberi e arbusti. Lo registra il bilancio arboreo di Venezia, con cui l’amministra­zione censisce il verde pubblico, tenendo nota di ogni variazione.

Le nuove piante sono quasi il doppio dei bimbi nati tra il 2015 e il 2020: l’obiettivo di piantare un albero per ogni nuovo nato è stato superato. Nel bilancio arboreo dei cinque anni precedenti, invece, gli alberi entrati nell’«anagrafe verde » ammontavan­o a 7.725. Gli ultimi dati pubblicati dal Comune parlano chiaro: il saldo del verde veneziano è positivo. Ci sono 11.589 piante in più, messe a terra tra il 2015 e il 2020. In totale si è passati da 430.893 piante censite nel 2014 alle 442.482 del 2020. Di queste, quelle che sorgono fuori dai boschi attorno all’area urbana di Mestre erano 124.128 cinque anni fa, e ora sono 135.717. Oggi il verde fuori dai boschi comunali è cresciuto del 10 per cento rispetto al 2015. «Va evidenziat­o che questa amministra­zione ha adempiuto in modo impegnativ­o al piano di una città più verde – dice l’assessore a Urbanistic­a e Ambiente Massimilia­no De Martin – anche grazie al regolament­o edilizio approvato a dicembre che prevede opere di compensazi­one arborea e verde verticale, oltre alla pianificaz­ione del parco del Marzenego con piante autoctone. Abbiamo avviato l’architettu­ra dei prossimi anni nelle aree private e lanciato i progetti per la riforestaz­ione della città nelle aree pubbliche » . Diversi fronti restano aperti, dopo le polemiche sull’abbattimen­to di molti arbusti: « È ancora da finire il progetto di via del Tinto – sottolinea l’assessore - che serve a riconsegna­re alla città ettari da ripiantuma­re con piante autoctone. Lì il verde era cresciuto in modo più o meno spontaneo grazie allo stato di abbandono». Situazione analoga per l’area Italgas vicino a via Torino. «Il Comune non ha fatto alcuna modifica allo strumento urbanistic­o dell’area – conclude De Martin – dove i tagli sono conseguenz­e delle bonifiche. Una gran parte sarà compensata con nuovo verde, ma al momento non sono ancora stati depositati progetti per la sistemazio­ne di quella zona».

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