Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Corte dei conti, inchiesta rapida sul «caso» Fusina
VENEZIA Tre o quattro mesi di lavoro davanti, in attesa che il ministero rinnovi (o confermi) i presidenti delle Autorità di sistema portuale di tutta Italia. La «call» per le candidature sarà aperta dal 25 agosto al 10 settembre e dunque tra novembre e dicembre dovrebbero arrivare le nomine. L’ex presidente e oggi commissario Pino Musolino punta alla riconferma, anche se i rumors romani dicono che le sue chance siano molto ridotte dopo le tensioni che hanno accompagnato gli ultimi mesi del suo mandato, con lo scontro istituzionale nel comitato di gestione con i rappresentanti di Regione e Città metrotratto politana e le liti con il segretario generale Martino Conticelli. Tanto che un paio di settimane fa era circolata l’ipotesi che potesse essere nominato a Civitavecchia. In ogni caso per ora Musolino ha certamente davanti 3-4 mesi in cui ha promesso che risolverà il problema dell’accessibilità dei canali, effettuando gli escavi necessari. E la ripartenza dovrà coche
Candidature
Il 25 agosto si aprono le candidature per la presidenza del Porto di Venezia
munque passare anche per una «pace» con gli altri due enti locali. Su «suggerimento» del ministero delle Infrastrutture, infatti, Musolino nei prossimi giorni tenderà di nuovo la mano a Regione e Città metropolitana: chiederà loro di indicare altri due nomi per poter riformare il comitato di gestione e approvare quel bilancio che, a causa dello scontro sul riequilibrio del piano economico finanziario del terminal di Fusina, è stato bocciato dai precedenti rappresentanti Fabrizio Giri e Maria Rosaria Anna Campitelli, portando appunto al commissariamento. Il Mit ha chiesto a Musolino di riprovarci per l’ultima volta, dando 30 giorni di tempo. Nel caso in cui – come qualcuno pensa – i due enti dovessero continuare la guerra all’ex presidente, decidendo di non indicare nessuno, allora Musolino avrebbe il via libera per approvare il bilancio con i suoi poteri di commissario.
A settembre poi partirà in tempi rapidissimi anche la verifica dell’operazione Fusina da parte della procura regionale della Corte dei Conti. Il procuratore Paolo Evangelista aveva già un fascicolo aperto sulla base di una segnalazione di due anni fa di Musolino stesso, che aveva denunciato lo squilibrio nei confronti dei privati di Venice Ro.Port.Mos. del condi partenza, firmato nel 2010 dall’allora presidente Paolo Costa. Proprio ritenendo che spettasse al Porto rimediare ai traffici ridotti e al fallimento quasi totale della parte immobiliare (dietro il terminal dovevano esserci uffici e negozi, che sono stati costruiti solo in parte e comunque hanno portato ricavi prossimi allo zero), i privati avevano chiesto la revisione del Pef, che dopo mesi di istruttoria e trattative è stata concessa dall’Autorità, con i punti che sono stati oggetto dello scontro in comitato: 9 milioni di euro in più, allungamento della concessione di 10 anni, riduzione degli investimenti, a fronte però di uno spostamento su di loro del rischio d’impresa. Giri e Campitelli, dopo il «no» del 18 giugno, hanno presentato a loro volta un esposto alla Corte, ritenendo che quell’accordo fosse illegittimo, in quanto non erano state vagliate eventuali alternative ed erano stati dati soldi a una società capitanata da Mantovani e dunque a rischio default. Musolino ha poi contrattaccato con un’altra denuncia. Vista la delicatezza della questione, Evangelista ha prima coassegnato il fascicolo anche alla collega Francesca Dimita e poi ha assicurato che sarà fatta presto chiarezza.