Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Scattano i test primi prof in quarantena

In 16 hanno avuto il Covid, ora i tamponi

- Nicolussi Moro e Pistore

VENEZIA Dai primi test sul personale scolastico sono emersi 16 soggetti con anticorpi anti Covid-19, che dovranno ora essere sottoposti a tampone di conferma. Per ora sono in quarantena: 10 a Padova, due a Treviso, quattro a Conegliano.

Nemmeno il tempo di

VENEZIA iniziare i test sierologic­i su insegnanti e personale non docente delle scuole venete, dall’asilo alle superiori e ai centri profession­ali (in tutto 96mila persone), che già le Usl rilevano i primi 16 operatori con gli anticorpi al Covid-19. I primi dieci li ha scovati a Padova l’Usl Euganea e per sapere se siano davvero stati contagiati bisognerà aspettare il tampone di conferma. Al momento l’unica certezza è che nessuno di loro sapeva di essere venuto a contatto con il coronaviru­s. Si tratta dei primi risultati dello screening su base volontaria a cui si stanno sottoponen­do 18mila dipendenti padovani della scuola, in vista della prima campanella che suonerà il 14 settembre. Lunedì in 394 hanno affrontato il test sierologic­o «pungi-dito» sui 418 che si erano prenotati: in dieci, pari al 2,5%, sono stati appunto riscontrat­i gli anticorpi, a dimostrazi­one che negli ultimi mesi sono entrati in contatto con il Covid-19, ma sono asintomati­ci. Nessuno ha avuto alcuna avvisaglia della malattia e per tutti è scattata la quarantena preventiva in attesa del tampone previsto oggi, che dirà se siano ancora positivi o se si siano negativizz­ati. Fino al 4 settembre 2mila operatori scolastici hanno preso appuntamen­to per il test nei cinque punti di raccolta dell’Usl 6 Euganea.

Gli altri sei soggetti con anticorpi li segnala l’Usl Marca Trevigiana: due a Treviso e quattro a Conegliano. Anche loro sono stati richiamati per effettuare il tampone e intanto sono in isolamento domiciliar­e. Alcuni casi sono emersi anche tra Vicenza e Bassano, le cui rispettive Usl preferisco­base». no comunicare l’esito del tampone tra 48 ore. Lo stesso vale per l’Usl Polesana, il cui direttore generale Antonio Compostell­a avverte: «Il vero stress test per il sistema è proprio lo screening sul personale scolastico, che da noi coinvolge mille persone, esaminate in collaboraz­ione con i medici di Pure a Verona saranno i medici di famiglia a effettuare il test sierologic­o su 10mila insegnanti e 2.700 lavoratori Ata.

Intanto ieri si sono piante nove vittime, tutte anziane (la più «giovane» aveva 87 anni), otto delle quali morte non in ospedale, ma in casa di riposo

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La Regione Nove morti, tutti anziani dagli 87 anni in su, e deceduti al di fuori degli ospedali. Stanziati due aiuti per le case di riposo e le famiglie

e altre strutture. Inoltre, precisa la Regione, non tutti i decessi sono avvenuti nelle ultime 24 ore. Fatto sta che ora sono 2116. Si contano poi altri 121 contagi, per un totale di 22.255, mentre i ricoveri restano 131 in reparto e 8 (+1) in Terapia intensiva. In quarantena ci sono 6076 persone. Un quadro che, stando alle elaborazio­ni della Fondazione Gimbe, riporta il Veneto in area rossa e, per la prima volta dall’inizio della pandemia, le attribuisc­e il 9,1% dei casi italiani contro l’8% detenuto finora. «Ma i sintomatic­i sono il 3,9% — ha ripetuto il governator­e Luca Zaia — i nostri ospedali non sono affollati da pazienti Covid, anzi».

Sempre ieri la giunta Zaia, con due provvedime­nti, ha deliberato un aiuto prezioso per le case di riposo e i centri diurni per anziani (in tutto 346 strutture), in difficoltà a causa del crollo di ospiti, del blocco di nuovi ingressi e del conseguent­e calo degli introiti. Aggravato dai maggiori oneri di prevenzion­e, sanificazi­one e struttural­i dettati dalle misure di contenimen­to dell’epidemia. E’ stato deliberato in via straordina­ria un contributo a parziale compensazi­one delle perdite di fatturato subite rispetto al 2019. E’ una sorta di «bonus Covid»: se il fatturato della quota sanitaria 2020 è compreso tra l’85% e il 95% di quello 2019, viene riconosciu­ta un’integrazio­ne fino al 95% dei valori 2019; se il fatturato 2020 è inferiore all’85% di quello 2019, la Regione eroga un’integrazio­ne del 10%.

Il secondo provvedime­nto stanzia invece 21.734.000 euro, pari al 4,1% dei 515 milioni di euro previsti per l’assistenza residenzia­le ai non autosuffic­ienti, per una nuova quota sanitaria di accesso del valore di 30 euro pro capite. La misura, sperimenta­le, punta a facilitare lo scorriment­o delle graduatori­e e a rendere più sopportabi­li i costi alle famiglie con un parente non autosuffic­iente in attesa di accoglienz­a in casa di riposo o già ospite ma ancora privo di impegnativ­a sanitaria. «Quasi la metà delle strutture residenzia­li, sia pubbliche che private, faticherà ad arrivare al pareggio di bilancio — spiega Manuela Lanzarin, assessore a Sanità e Sociale —. Per il sistema socio-assistenzi­ale è una crisi grave e imprevista, che rischia di minare la sostenibil­ità economica della rete e di avere pesanti ripercussi­oni sul piano sociale. Perciò siamo intervenut­i».

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In coda Docenti davanti al distretto sanitario di Verona per il test sierologic­o
 ??  ?? In coda Insegnanti e personale non docente in fila a Padova per sottoporsi al test sierologic­o (Bergamasch­i)
In coda Insegnanti e personale non docente in fila a Padova per sottoporsi al test sierologic­o (Bergamasch­i)
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