Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
«La mia notte in consolle con Ibra»
Un’estate da Cortina a Porto Cervo: «Mixava con maestria ritmi balcanici e musica house»
CORTINA D’AMPEZZO «Ibra è una persona umile». Il dj cortinese Leo Gira racconta le sue notti in Sardegna, alla consolle con il campione del Milan specialista nel mixare house e ritmi balcanici.
CORTINA D’AMPEZZO ( BELLUNO) « Una persona umile, Ibra». Che, nell’immaginario popolare è come dare della bruttona a Charlize Theron o del morto di fame a Bill Gates. Eppure chi lo asserisce, il ventenne dj Leonardo Girardi, in arte Leo Gira, bellunese di Cortina d’Ampezzo, non è privo di argomenti. Al contrario, con un «umile» Zlatan Ibrahimovic, trentottenne superstar svedese del calcio, roboante e spaccone in area di rigore come nelle conferenze stampa, Leo ha appena trascorso una notte intera.
E’ accaduto in Sardegna, alla consolle di un locale della costa Smeralda, il Sottovento di Porto Cervo, continuando a selezionare e mixare musica a quattro mani fino alle 8 del mattino. «E alla fine – rivela l’artista, con gli stessi occhi luccicanti di quando esordiva lanciando disco music anni ‘70 alle festine della scuola media - mi avrà ringraziato almeno dieci volte per avergli permesso di fare il disc jockey assieme a me. Così ha dimostrato lo stile di un grande professionista, che rispetta il lavoro altrui».
A questo punto, deborda la curiosità di sapere se assieme a Ibra, attualmente punta centrale del Milan, saltellasse un ballo dopo l’altro Diletta Leotta, avvenente e biondissima conduttrice televisiva con cui ha fatto coppia fissa nei gossip dell’estate. Ma, sempre a proposito di professionismo, il deejay cortinese, fra i protagonisti lo scorso autunno a Venezia del set di chiusura della Biennale Musica, glissa la risposta, per rispetto della privacy del calciatore.
Piuttosto fa capire che, anche senza Diletta, questa sua storia si raccomanda come fuori dalla norma. «E’ la prima estate che lavoro in costa Smeralda, dopo essermi fatto le ossa al Bilbò di Cortina – inizia Leo Gira, prossimo a diplomarsi al liceo musicale di Belluno. - Qui è una specie di esame di laurea, perché se la tua musica accontenta vip come il presentatore Paolo Bonolis o la squadra inglese del Tottenham al completo significa che hai imboccato la strada giusta, e ancora di più se bisogna chiudere tutto entro le due per le restrizioni dovute al Covid».
«Per fortuna, quella sera famosa le limitazioni non erano ancora scattate – continua il dj – tanto che, a un certo punto, lascio a un collega il mio posto alla consolle, come previsto dal programma. Ma, giusto prima del cambio, faccio a tempo a notare l’ingresso in una saletta riservata di un gigante abbigliato in modo da non farsi riconoscere, circondato da security e belle ragazze. Ecco, sto ancora chiedendomi chi possa essere quel tipo, quando mi raggiunge trafelato Wal ter Val loni , il direttore artistico, per dirmi di tornare subito al mixer, esaudendo così la richiesta di un cliente che è troppo importante per pensare di deluderlo».
Leo Gira intuisce facilmente che si tratta del colosso mascherato, ma senza ancora immaginare quale piega sta assumendo la sua serata. «Lo scopro presto – spiega – perché nel giro di mezz’ora il locale viene praticamente evacuato, con tutti i clienti invitati a uscire, a parte quelli del privée. E se a quel punto già mi sembra di essere dentro un film, figurati quando mi vedo comparire in consolle Zlatan Ibrahimovic, con tutto il suo metro e novantacinque di altezza. Anche perché, come se non bastasse, io sono pure milanista dalla testa ai piedi».
E’ un tifo che il dj non fatica a dimostrare al cannoniere da quasi quattrocento gol in carriera, suddivisi fra alcuni dei più grandi club europei.
La prova è nella foto di una maglia rossonera che porta il nome Zlatan autografato sotto il cognome Ibrahimovic stampigliato sul dorso, ricevuta alla fine di un Milan-Barcellona di Champion’s League giocata a San Siro nel 2012. «Regalo memorabile, la partita più la maglia consegnata da una hostess dopo il novantesimo, avuto da papà per i miei tredici anni – chiarisce Leo Gira. - Così forse si comprende ancora meglio che tocco il cielo con un dito quando è proprio Zlatan a lanciare nel locale la musica di Piece of your heart, un pezzo degli italiani Meduza fra i miei preferiti. In quel momento mi sembra di rivedere tutti gli amichetti con cui ho passato giornate intere a giocare a Fifa, muovendo Ibra dentro la playstation».
Il feeling da lì in avanti non smette più, per il divertimento dei quattro che nel racconto del giovane cortinese si accompagnano al bomber svedese, ovvero il compagno di squadra Alessio Romagnoli, capitano del Milan, e tre splendide ragazze, una delle quali è un’influencer straniera che sui social spopola quanto la Leotta nell’audience televisiva... Ma il gossip resta rigorosamente fra le quinte della musica. «Anche perché – aggiunge Leo – Zlatan si rivela un intenditore raffinatissimo delle tendenze più svariate. Tanto che, quando si mette a caccia di pezzi popolari balcanici legati alle sue origini slave, da mixare con le campionature di house music, per stargli dietro devo fare ricorso a tutte le mie conoscenze di canali come Spotify».
Ma un giovane dj a suo tempo illuminato da un maestro come l’olandese Tiesto, apparsogli un giorno sul canale televisivo Mtv, possiede tutto il bagaglio necessario per fare l’alba, e anche oltre, assieme a Ibrahimovic, prima di lasciarlo tornare allo yacht dove, gossip a parte, lo attende comunque la moglie Helena Seger.
Il congedo, con tutta la riconoscenza di Ibra per Leo, è all’ora di colazione, sulle note di «I wish you were here», classicone dei Pink Floyd rivisitato in chiave reggae dagli Alpha Blondy. Colonna sonora di un indimenticabile cappuccino con brioche.
"Leo Gira Quando Ibra è entrato, il locale è stato di fatto evacuato a parte i clienti del privée e abbiamo fatto mattina