Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
LA PANDEMIA BLOCCA LE ADOZIONI «L’INDIA NON CI LASCIA SBARCARE»
«Siamo disperati, la nostra bimba di 20 mesi è in un orfanotrofio in India e anche se l’iter di adozione è concluso non possiamo andare a prenderla». Il racconto di due giovani genitori adottivi padovani.
PADOVA Yamir guarda spesso il cielo. Sa che la sua mamma arriverà a prenderlo con un aereo. Shaila fissa il grande portone che si apre sulla strada. Sogna di abbracciare la famiglia che sta aspettando da tanto. E così Ravi, Alisha, Kinari e altri bambini indiani già adottati da italiani, che da mesi attendono in orfanatrofio di incontrare quei genitori che non hanno mai avuto. Ma la pandemia da Covid-19 oltre ai morti e agli ammalati, si trascina dietro anche altre vittime: i piccoli in attesa di adozione che in India, come in altre parti del mondo, sono bloccati nei loro paesi d’origine, a causa delle misure di sicurezza per combattere il virus. «Siamo disperati, la nostra bimba di 20 mesi è in un orfanotrofio in India e anche se l’iter di adozione è concluso, l’abbinamento e i documenti sono a posto, non possiamo andare a prenderla», raccontano Erika Delvai, 34 anni e Marco Vettore, 38, di Montegrotto Terme (Padova), coppia di genitori adottivi in attesa da mesi di abbracciare la loro piccolina - . Nella nostra situazione ci sono altri 80 genitori adottivi italiani, che non riescono a ricongiungersi con i loro bambini». Una situazione drammatica per chi dopo anni si trova a un passo dal sogno di diventare genitore. La Commissione Adozioni
Internazionali (Cai) presieduta dalla ministra Bonetti, insieme al Ministero degli Esteri sono al lavoro per risolvere l’emergenza adozioni. «La situazione sanitaria è molto compromessa in India, il contagio da Covid-19 è alto, il Paese è grande, ci sono varie zone rosse dove è impedita la circolazione - spiega Erika Delvai - .
I voli non possono sbarcare. Anche l’ipotesi di organizzare un volo umanitario diventa difficile, i bambini dovrebbero arrivare da varie parti dell’India in un unico areoporto internazionale e in questo momento è impossibile».
I genitori padovani, con le altre 40 coppie in attesa, chiedono l’intervento del governo. «Vogliamo un aiuto più concreto dal ministro degli esteri Di Maio, a sostegno della Commissione Adozioni Internazionali (Cai) nella trattativa con il governo indiano - diconoper riuscire ad arrivare in India e prendere i nostri figli».
Egles Bozzo, presidente di SoS Bambino International Adoption, l’ente di Vicenza che si sta occupando della coppia Delvai-Vettore e di tante altre adozioni internazionali, spiega: «In India la situazione sanitaria è particolarmente drammatica. Ci sono zone da cui è impossibile muoversi. Quindi, mentre per i bambini adottati di Haiti sia
Erika Delvai e Mauro Vettore
Vogliamo un aiuto più concreto dal governo per riuscire ad arrivare dalla figlia che ci aspetta
mo riusciti a organizzare un volo umanitario (e non è stato facile) che li ha portati tutti insieme in Italia, per l’India questo non è possibile. Ci sono troppe restrizioni diverse tra paese e paese all’interno della nazione. Quindi radunare tutti i piccoli dei vari orfanatrofi in un unico posto è impossibile. Il governo non permette la circolazione dei bambini nè degli accompagnatori » . SoS Bambino si scontra con problemi molto simili per i bambini adottati anche in altri stati, Colombia, Messico, Russia. «Il momento è davvero difficile per tanti genitori che avevano concluso tutto l’iter di adozione prima della pandemia e da allora si trovano bloccati, lontani dai loro bambini - chiarisce Egles Bozzo - . La Commissione Adozioni Internazionali poi, è in fase di rinnovamento di alcune cariche, è appena stato nominato il nuovo vicepresidente, Vincenzo Starita, ci vorrà tempo per l’insediamento. Tutto questo non aiuta ad agire in modo tempestivo».
Ma i vari enti che si occupano delle adozioni internazionali stanno facendo fronte comune perchè il problema diventi una priorità del governo. « Faremo una lettera comune al ministro degli esteri, con il sostegno degli ambasciatori, perchè chieda ai Paesi in cui i bimbi adottati sono bloccati, deroghe e visti speciali per i genitori adottivi, in modo che possano raggiungere i loro figli con voli di linea».
La coppia padovana aggiunge: «La situazione va sicuramente rivista dal governo in termini di visti, attualmente i visti per i genitori adottivi sono turistici, vistiche ovviamente non rientrano in alcuna situazione di emergenza prevista per la pandemia. Speriamo che i tanti genitori adottivi che come noi stanno soffrendo possano abbracciare presto i loro bambini lontani».