Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Reyer: aria di Supercoppa Derby, agonismo e pubblico
Domenica c’è il match con Treviso con una parziale riapertura ai tifosi
Conto alla rovescia per il derby tra Umana Reyer e De’ Longhi Treviso, che domenica darà il via ufficiale alla nuova stagione.
La novità è che al Taliercio, per questa prima partita di Supercoppa, saranno ammessi anche gli spettatori. Un numero contingentato, stabilito in «sole» 648 persone, ma che rappresenta un notevole passo avanti rispetto al limite di duecento finora consentito dalle normative regionali. In questi giorni la società, con la consulenza dei propri avvocati, aveva lavorato per mettere a punto un protocollo estremamente rigoroso con l’obiettivo di riuscire ad ammettere un numero più ampio di persone all’interno del Palasport e ieri è arrivato il via libera dalla Regione. I posti saranno assegnati dalla società agli sponsor e poi a quei tifosi che la stagione scorsa erano abbonati e che non avevano presentato la richiesta di rimborso per le partite annullate a causa dell’epidemia. E dato che in tanti non avevano chiesto i voucher, l’idea della società è quella di concedere i biglietti disponibili a «rotazione» nelle tre partite casalinghe del torneo.
Per il primo appuntamento di Supercoppa la squadra di Walter De Raffaele dovrebbe registrare due defezioni di notevole peso specifico, quelle di Valerio Mazzola e di Austin Daye che anche ieri si sono allenati separatamente. Mazzola sta scontando i postumi della contusione al ginocchio rimediata sabato scorso nel match contro Sassari, in occasione del Torneo di Cagliari e si deciderà solo all’ultimo se schierarlo. Diverso il discorso di Austin Daye, che ha saltato la preparazione perché trovato positivo al Covid di ritorno dagli Stati Uniti. Il giocatore ha già ripreso ad allenarsi dopo il doppio tampone negativo, ma la sua condizione non è ovviamente paragonabile a quella dei compagni e si dovrà valutare, quindi, se rischiarlo in questa prima partita o meno. Proprio Daye è, tra i giocatori americani della Reyer, quello che sta seguendo con maggiore attenzione (come testimonia il suo profilo Twitter) le vicende che riguardano gli Usa, dove la Nba si è fermata in segno di protesta a seguito del grave ferimento di un afroamericano da parte di agenti di polizia, rinfocolando le proteste che si erano accese dopo la morte di George Floyd.
«Credo — ha commentato il giocatore — che chi non capisce quale sia il problema del razzismo dovrebbe interessarsi e studiare... C’è tanta ignoranza, in tanti snobbano questo problema e credono che non sia reale. Basterebbe studiare la storia della schiavitù e di ciò che hanno dovuto affrontare gli afroamericani nel nostro Paese per capire perché sta succedendo questo. È un qualcosa che è molto più grande del basket». Ieri infine si è venuto a sapere che il tesserato risultato positivo all’Olimpia Milano non è un giocatore ma un membro dello staff. Dunque i contatti con i giocatori orogranata (che avevano affrontato Milano venerdì scorso nel torneo di Cagliari) dovrebbero essere stati minimi se non addirittura nulli. Intanto comunque, come da prassi specifica, tutta la squadra è stata sottoposta ai test sierologici che devono precedere ogni gara ufficiale e i risultati globali dovrebbero arrivare entro oggi.
Lo «stop» in Nba Daye: «Quello che sta succedendo negli Usa è un qualcosa di molto più grande del basket»