Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
NORDEST, DECRESCITA ITALIANA
L’Italia? Semplice, si va «deitalianizzand o» sempre più velocemente. Nel senso letterale che vengono a mancare gli italiani. Il famoso detto risorgimentale di Massimo D’Azeglio – «Pur troppo s’è fatta l’Italia, ma non si fanno gl’Italiani» – oggi va ripreso e rigirato: se non si fanno (materialmente) gli italiani, l’Italia stessa appassirà e svanirà. I verbi sono al futuro, ma andrebbero al presente. Perché che l’Italia stia svanendo come popolazione lo confermano gli ultimi dati demografici dell’Istat riferiti ai primi due mesi di quest’anno (il coronavirus quindi non c’entra): nel primo bimestre l’Italia si riduce di 46 mila unità, seguendo una contrazione – chiamiamolo spopolamento – che corre ormai ininterrottamente da sei anni. Per cui dal 2015 l’Italia si è «alleggerita» di circa 600 mila abitanti. Per il futuro, cioè per la fine di questo secolo, le cifre sembrano disegnare una incredibile Italia composta solo da 30 o 40 milioni di abitanti (contro i 60 attuali), i numeri che si ebbero ai primi del Novecento. In pratica un paese svuotato, con vaste aree disabitate. Approfondendo lo sguardo, è il Mezzogiorno a subire la desertificazione umana massima. Curiosa la situazione del Nordest, che nei primi due mesi di quest’anno subisce anch’esso una contrazione leggera (la popolazione cala mediamente di circa 3 mila unità), rivelando però un doppio volto: Veneto (soprattutto) e Friuli perdono abitanti, mentre Trentino ed Emilia aumentano la loro popolazione.
Piccolissimi numeri, comunque in almeno simbolica controtendenza. Comunque perché preoccuparsene tanto? Sono scenari lontani e – come diceva con humour tutto britannico l’economista Keynes, «Nel lungo periodo siamo tutti morti» – rispondendo così a chi criticava i tempi lunghi dei suoi modelli macroeconomici. E poi una Italia spopolata apparirebbe perfino piacevolmente bucolica, con meno traffico, meno inquinamento, meno cemento. E’ però una visione ingenua, sicuramente più romantica e letteraria che scientifica, perché dietro al dimagrimento si nasconde uno squilibrio demografico profondo fatto di un invecchiamento crescente (almeno fino alla metà del secolo) e soprattutto di un deficit insopportabile di nascite. Insopportabile per motivi facilmente intuibili ed è una insopportabilità che si sintetizza e si comprende bene nel recente sorpasso – calcolato dall’Ufficio studi della Confartigianato di Mestre – del numero delle pensioni sul numero degli occupati. Italiani brava gente si diceva una volta per distinguere benevolmente i comportamenti dei soldati italiani da quelli dei tedeschi nell’ultima guerra. La storiografia dirà che non è stato proprio così. Italiani poca gente invece si sta rivelando assolutamente vero. Drammaticamente vero, viste le conseguenze che stanno maturando.