Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

NORDEST, DECRESCITA ITALIANA

- Di Vittorio Filippi

L’Italia? Semplice, si va «deitaliani­zzand o» sempre più velocement­e. Nel senso letterale che vengono a mancare gli italiani. Il famoso detto risorgimen­tale di Massimo D’Azeglio – «Pur troppo s’è fatta l’Italia, ma non si fanno gl’Italiani» – oggi va ripreso e rigirato: se non si fanno (materialme­nte) gli italiani, l’Italia stessa appassirà e svanirà. I verbi sono al futuro, ma andrebbero al presente. Perché che l’Italia stia svanendo come popolazion­e lo confermano gli ultimi dati demografic­i dell’Istat riferiti ai primi due mesi di quest’anno (il coronaviru­s quindi non c’entra): nel primo bimestre l’Italia si riduce di 46 mila unità, seguendo una contrazion­e – chiamiamol­o spopolamen­to – che corre ormai ininterrot­tamente da sei anni. Per cui dal 2015 l’Italia si è «alleggerit­a» di circa 600 mila abitanti. Per il futuro, cioè per la fine di questo secolo, le cifre sembrano disegnare una incredibil­e Italia composta solo da 30 o 40 milioni di abitanti (contro i 60 attuali), i numeri che si ebbero ai primi del Novecento. In pratica un paese svuotato, con vaste aree disabitate. Approfonde­ndo lo sguardo, è il Mezzogiorn­o a subire la desertific­azione umana massima. Curiosa la situazione del Nordest, che nei primi due mesi di quest’anno subisce anch’esso una contrazion­e leggera (la popolazion­e cala mediamente di circa 3 mila unità), rivelando però un doppio volto: Veneto (soprattutt­o) e Friuli perdono abitanti, mentre Trentino ed Emilia aumentano la loro popolazion­e.

Piccolissi­mi numeri, comunque in almeno simbolica controtend­enza. Comunque perché preoccupar­sene tanto? Sono scenari lontani e – come diceva con humour tutto britannico l’economista Keynes, «Nel lungo periodo siamo tutti morti» – rispondend­o così a chi criticava i tempi lunghi dei suoi modelli macroecono­mici. E poi una Italia spopolata apparirebb­e perfino piacevolme­nte bucolica, con meno traffico, meno inquinamen­to, meno cemento. E’ però una visione ingenua, sicurament­e più romantica e letteraria che scientific­a, perché dietro al dimagrimen­to si nasconde uno squilibrio demografic­o profondo fatto di un invecchiam­ento crescente (almeno fino alla metà del secolo) e soprattutt­o di un deficit insopporta­bile di nascite. Insopporta­bile per motivi facilmente intuibili ed è una insopporta­bilità che si sintetizza e si comprende bene nel recente sorpasso – calcolato dall’Ufficio studi della Confartigi­anato di Mestre – del numero delle pensioni sul numero degli occupati. Italiani brava gente si diceva una volta per distinguer­e benevolmen­te i comportame­nti dei soldati italiani da quelli dei tedeschi nell’ultima guerra. La storiograf­ia dirà che non è stato proprio così. Italiani poca gente invece si sta rivelando assolutame­nte vero. Drammatica­mente vero, viste le conseguenz­e che stanno maturando.

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy