Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Lido, il ciak della vigilia Franceschi­ni: «Scossa per la ripartenza»

Il ministro ieri ai Giardini alla vigilia della grande apertura della kermesse. «Un anno difficile, la cultura ossigeno per il nostro Paese»

- Di Sara D’Ascenzo

«Ilfatto che questa fine estate cominci con la Biennale e con la Mostra del Cinema, pur con tutte le misure ancora così stringenti, è un segnale di ripartenza ed è importante che arrivi da una città come Venezia». Così il ministro Dario Franceschi­ni ieri a Venezia ai Giardini della Biennale. Oggi il grande giorno dell’apertura della kermesse. L’appello di Anna Foglietta, la madrina al Lido. «Non abbiate paura, il cinema vi sta chiamando».

Ciak si gira. La Mostra del Cinema di Venezia va in scena comunque. Mascherine e distanziam­ento non fermano la voglia del mondo del cinema di esserci e di far sentire la propria voce anche in quest’atmosfera irreale: col muro, senza autografi e senza la libertà di abbracciar­si dopo un periodo in cui il buio in sala è stato più profondo che mai. Così oggi si inaugura Venezia 77: col cuore oltre l’ostacolo ma col volto ancora travisato dai dispositiv­i di protezione e le mani imbevute di gel disinfetta­nte.

Lo ha detto chiarament­e il ministro per i Beni Culturali Dario Franceschi­ni ieri a Venezia durante la cerimonia ai Giardini in cui la Biennale ha voluto conferire i leoni d’oro speciali a quattro direttori scomparsi da poco: Maurizio Calvesi, Germano Celant, Okwui Enwezor e Vittorio Gregotti. «Grazie davvero al presidente Roberto Cicutto - ha detto il ministro, che la sua mascherina Ffp2 non l’ha abbassata nemmeno per lo scatto con le vedove dei direttori - per questa occasione di consegna dei leoni d’oro a giganti che hanno fatto tanto per la cultura italiana. È un anno difficile, lo vediamo dalle anomalie, dalle mascherine, dal distanziam­ento: tutto, anche qui, si è dovuto organizzar­e in modo difficile, ma si è organizzat­o. Ringrazio Cicutto per essere partito con la Mostra del Cinema e con una serie di eventi di qualità in modo complicato e difficile in settimane e mesi complicati e difficili. Anche in un periodo così, la cultura è l’ossigeno per il nostro Paese. E il lockdown ha dimostrato anche a quelli che non l’avevano capito, quanto è parte della nostra identità nazionale e locale. In quel fermento di iniziative, frutto di creatività, si è tenuta viva nei terrazzi e nelle abitazioni, con orchestre che suonavano insieme a distanza o mostre portate sulla rete, la cultura italiana. Il fatto che questa fine estate cominci con la Biennale e con la Mostra del Cinema, pur con tutte le misure ancora così stringenti, è un segnale di ripartenza ed è importante che arrivi da una città come Venezia. Penso sia molto importante che si dimostri, pur in una situazione complicata, che la cultura sia viva e continui a far parlare dell’Italia nel mondo. Ed è importante che questo segnale venga da Venezia e dalla Biennale».

Le luci della Sala Grande, al Lido, stasera si accenderan­no alle 19 per la cerimonia condotta dalla madrina Anna Foglietta e trasmessa da decine di sale in tutta Italia. A sfilare sul red carpet senza la pacifica invasione degli smartphone del pubblico a richiedere i selfie con gli attori, le giurie, alla cui testa sfila l’iconica attrice australian­a Cate Blanchett, presidente di un gruppo di attori e intellettu­ali (per l’Italia Nicola Lagioia) chiamati ad assegnare il Leone d’oro. Glamour salvo, almeno nella serata inaugurale, anfestival che per Matt Dillon, entrato in giuria fuori tempo massimo ma in orario per i flash dei fotografi e Tilda Swinton, che stasera riceverà il Leone d’oro alla carriera. Tolti loro, tanti volti del cinema italiano, a cominciare dal cast del film inaugurale, Lacci di Daniele Luchetti con Alba Rohrwacher, Luigi Lo Cascio, Silvio Orlando e lo scrittore Daniele Starnone, dal cui libro il film è tratto. In rappresent­anza del governo solo il ministro Franceschi­ni, che stamattina visiterà in forma privata ai Giardini la mostra «Le muse inquiete» della Biennale. Finito il film, solo per loro, un dinner ristretto all’hotel Excelsior, decisione presa per evitare gli assembrame­nti da buffet degli altri anni e in linea con un sentimento d’austerità diffusa. Alla serata parteciper­anno otto direttori di europei, a partire da quello di Cannes, Thierry Fremaux, a testimonia­re che il cinema vuole ripartire anche deponendo (quantomeno per un po’) le armi di celluloide.

In giro, a poche ore dalla cerimonia inaugurale, meno giornalist­i e ancora meno curiosi. Tutti costretti a passare dalle forche caudine del sistema di prenotazio­ne online se si vuole andare in sala, dalle proiezioni alle conferenze stampa. E ad attendere che il sistema elabori tutte le richieste, che, soprattutt­o nei primi giorni, sono più insistenti. Oggi si capirà se qualche fan, di quelli che l’anno scorso trascorrev­ano la notte al fresco per essere in prima fila, sfiderà il muro e le restrizion­i. Nel frattempo si parte. E guai a chi non ci crede.

«Ringrazio il presidente Cicutto per essere partito con la Mostra del Cinema e con eventi di qualità in questi mesi complicati»

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