Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Studente si sente male: scatta il piano anti-Covid
Da ieri i corsi di recupero ma pochi li fanno in presenza Arrivano 112 milioni per i supplenti. Il «caso» Bassano
VENEZIA Per molti studenti, quelli che devono sostenere i «corsi di recupero» la scuola è iniziata in anticipo. E’ accaduto al liceo Brocchi di Bassano. Dove fra l’altro un quindicenne si è sentito male. Subito scattato il piano anti-Covid.
VENEZIA Per circa ventimila studenti veneti (il 10 per cento degli iscritti alle scuole superiori), la scuola inizierà in anticipo. Questa settimana o al massimo la prossima. Sono gli alunni che devono affrontare un «Piano di apprendimento individualizzato » , come si chiamano oggi corsi di recupero: chi a giugno ha rimediato un’insufficienza, dovrà ripianarla partecipando a lezioni extra.
Alcuni istituti hanno cominciato ieri. «È un primo assaggio di come saranno le nostre scuole ai tempi del Covid » spiega la direttrice dell’Ufficio scolastico regionale, Carmela Palumbo. Ogni preside ha studiato un piano diverso. Ci saranno studenti che potranno assistere alle lezioni via webcam ( come nelle settimane «calde» del lockdown), chi invece vedrà slittare i corsi a ottobre (in orario pomeridiano) e chi invece si prepara fin da subito a varcare i cancelli. Quest’ultima è la scelta fatta al liceo «Brocchi» di Bassano, che ieri ha dato inizio ai corsi di recupero per 250 alunni chiamati a rimettersi al pari dei compagni. «Per evitare assembramenti sono entrati nell’istituto da quattro diverse via d’accesso, raggiungendo le classi su percorsi differenziati» spiega il vicepreside Riccardo Poletto. «I genitori avevano la responsabilità di misurare loro la temperatura, e ciascuno dei ragazzi ha dovuto disinfettare le mani e indossare la mascherina, che è stata levata solto una volta seduti al banco».
La giornata del «Brocchi» ha registrato anche momenti di tensione, visto che insegnanti e liceali hanno dovuto confrontarsi fin da subito con il pianoanticontagio. A metà mattina, infatti, un quindicenne si è sentito male: lamentava difficoltà respiratorie e vampate di calore. È immediatamente scattato l’iter previsto per questo tipo di emergenze: è stato portato nell’aula-Covid, una stanza predisposta per tenere isolato dai compagni chiunque mostri sintomi compatibili col coronavirus. Avvertiti dal personale, i genitori si sono precipitati
La direttrice
I corsi di recupero sono un primo assaggio di come sarà la scuola ai tempi del coronavirus
a scuola per portare via il minorenne. Poco dopo è arrivata anche la rassicurazione che ha scongiurato il rischio che tutta la classe finisse sotto osservazione: secondo il medico che l’ha visitato, si è trattato di un banale attacco di panico. È stata comunque l’occasione per testare - «Con successo, perché tutto ha funzionato alla perfezione», assicura un insegnante - la capacità di reazione dell’istituto.
«Sarebbe stato meglio se la politica avesse fissato prima le linee guida, ma ora che finalmente tutto è stato chiarito le scuole del Veneto sono pronte a ripartire in sicurezza», assicura il vicepresidente regionale dell’Associazione dei presidi, Luigi Zennaro. Lui, che dirige l’istituto comprensivo di Camponogara, ha convocato per domani il primo collegio docenti: «Visto che parteciperanno 120 insegnanti si svolgerà nel palazzetto dello sport».
Qualche malumore si registra proprio tra i docenti. «Al contrario di quanto accadeva in passato, quest’anno non verranno retribuiti per tenere i corsi di recupero», spiega Daniela Avanzi, dello Snals.
C’è poi il tema della carenza di insegnanti che si registra all’inizio di ogni anno scolastico. «Il Veneto - annuncia la direttrice regionale Palumbo - ha ottenuto 112 milioni di euro per finanziare le supplenze brevi che si renderanno necessarie a partire dal 14 settembre». Soldi che serviranno anche per intensificare le operazioni di sanificazione delle strutture.