Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
«Accompagnate i figli a scuola in auto»
L’appello di Brugnaro alle famiglie contro il rischio caos nei trasporti pubblici
VENEZIA «Se potete, almeno per un po’, accompagnate i figli a scuola». È l’appello del sindaco Luigi Brugnaro alle famiglie per evitare che il trasporto pubblico collassi. I bus scolastici possono viaggiare a capienza ridotta, all’80%, e Actv sta lavorando a un piano ma non è detto che per il 14 settembre sia tutto pronto. «Se i ragazzi vanno in bici o in motorino e le famiglie portano i figli, si liberano i mezzi e abbiamo il tempo di organizzarci», dice il sindaco.
VENEZIA Il piano è in via di costruzione, ma le variabili da tenere in considerazione sono tante, troppe, e non è detto che sia pronto per lunedì 14, quando suonerà la prima campanella dopo le vacanze estive e, soprattutto, dopo mesi di didattica a distanza. E così il sindaco Luigi Brugnaro alle mamme e i papà lancia un appello: «Chi può portare i figli a scuola in auto, per un po’ lo faccia». Meglio sarebbe, sottolinea il primo cittadino, «se il mezzo utilizzato fosse elettrico». Ma il punto non è quale veicolo usano le famiglie per spostarsi, il nodo è un altro: «Cercate di organizzarvi, ci scaricate (di utenti, ndr) i servizi pubblici», continua Brugnaro.
L’accordo tra Stato e Regioni sulla capienza dei bus per gli studenti è di lunedì scorso, cioè a poco meno di 14 giorni dall’inizio delle lezioni, ma vanno capiti alcuni dettagli e manca ancora l’ordinanza della Regione a sancire che i mezzi pubblici scolastici possono essere riempiti soltanto all’80 per cento (al 100 per cento, concede Roma, se il percorso non supera i quindici minuti di tempo). Inoltre, non è ancora chiaro se il nuovo limite sarà esteso a tutte le linee del trasporto pubblico locale, su cui - almeno a Venezia - viaggiano in migliaia, alunni compresi, ogni giorno. Fosse così, per Actv i problemi sarebbero ben più seri della già complessa organizzazione delle corse di rinforzo all’ingresso e all’uscita delle scuole che nel Veneziano impiegano 160 autobus al giorno (non sono però linee esclusive e chiunque può usarle) a fronte di 290 mezzi per i pendolari. Tra le 7 e le 8, poi, circolano sul ponte della Libertà, in direzione di piazzale Roma, 122 bus e, a detta di Actv, di più non possono transitare, pena il collasso della viabilità. Che è quanto teme l’assessore regionale ai Trasporti Elisa De Berti: «In Piazzale Roma si rischia il caos».
« Non sappiamo ancora quali saranno le regole», sottolinea Brugnaro che dopo l’appello ai genitori si rivolge ai giovani delle superiori. «Ai ragazzi dico: chi può andare in bicicletta o in motorino, sempre con prudenza, lo faccia – aggiunge - sarebbe la cosa migliore per un po’ almeno finché la stagione è buona e finché noi ci organizziamo » . Senza la collaborazione di tutti, la complessa preparazione della ripartenza delle scuole potrebbe non reggere e, Brugnaro, non vuole correre il rischio che accada: «Dico questo perché gli istituti devono partire – conclude – noi abbiamo lavorato per questo». Le nuove aule, i lavori di adeguamento degli edifici, internet a banda larga e gli investimenti fatti per ridurre al minimo l’uso delle lezioni via web potrebbero rivelarsi inutili se il trasporto pubblico andasse, appunto, al collasso con code nelle principali vie che portano agli istituti o un numero di mezzi insufficiente alla domanda. «L’80 per cento di capienza non ci soddisfa – commenta il presidente del Veneto Luca Zaia - Ci stiamo confrontando per capire come e cosa fare, certo è che avrà ricadute sui bilanci delle società».
Actv (e tutte le società dei bus del Veneto) sta valutando l’ipotesi di rivolgersi alle ditte di pullman privati per ampliare il parco mezzi. «Le imprese sono disponibili - dice Marco Eugenio Brusutti, project manager dell’omonima azienda e consigliere di Anav (Associazione autotrasporto viaggiatori) - sentiamo che si vogliono investire milioni per acquistare bus ma ci sono ditte ferme senza lavoro da mesi pronte a fare la loro parte». C’è tuttavia un problema: i veicoli devono essere autorizzati all’uso pubblico.
Tra le variabili da tenere in considerazione, la rottura di carico, ossia chi arriva dalla provincia con il servizio extraurbano e cambia linea: il già difficile incastro di orari e mezzi potrebbe saltare creando disagi all’esercito di 12mila studenti che usano ogni giorno un mezzo pubblico, cui vanno aggiunti i pendolari che escono di casa esattamente alla stessa ora.