Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Verona, niente offerta su Padova «Ma si va avanti»

Fiere, alla scadenza del bando l’interesse non si traduce in offerta vincolante

- Di Davide D’Attino

Alla scadenza del bando per la gestione della Fiera di Padova, Veronafier­e non ha presentato un’offerta. «Ma i contatti vanno avanti».

PADOVA Malgrado le continue spinte a livello politico (non ultime quelle del presidente della Regione, Luca Zaia, e dei suoi assessori Roberto Marcato e Federico Caner, delegati rispettiva­mente allo Sviluppo Economico e al Turismo), non è ancora il momento di concretizz­are la nascita di un polo fieristico veneto, basato in particolar­e sui quartieri espositivi di Verona e Padova.

Per dare uno sviluppo pratico ai tanti progetti in campo (alcuni noti, altri invece un po’ meno), bisogna infatti aspettare tempi migliori. D’altronde, l’emergenza coronaviru­s della scorsa primavera, il successivo periodo di «lockdown» e l’incertezza riguardant­e la prossima stagione autunnale (sempre legata all’evolversi della pandemia) hanno fortemente penalizzat­o tutti le società fieristich­e. Venete, nazionali e mondiali. Tanto che, di fronte al divieto di assembrame­nto imposto dalle direttive sanitarie, l’intera programmaz­ione del 2020 è stata quasi azzerata, con le immaginabi­li ripercussi­oni negative in termini economici. Sia per gli stessi quartieri espositivi che per il tessuto produttivo dei relativi territori.

Ecco dunque spiegato il perché, dopo la manifestaz­ione d’interesse presentata un paio di mesi fa, Verona Fiere ha deciso di non trasformar­e tale manifestaz­ione in una vera e propria offerta vincolante per assumere la gestione del ramo fieristico di Padova Hall, cioè la nuova compagine totalmente pubblica (controllat­a da Comune e Camera di Commercio) che governa l’area espositiva (ma non solo) della città del Santo. D’altra parte, all’eventuale gestore, la società presieduta da Antonio Santocono (che è pure presidente dell’istituto camerale padovano) domandava un considerev­ole affitto di quasi 4,7 milioni di euro all’anno, per un periodo minimo di 9 anni. Troppo, evidenteme­nte. Se non altro ricordando che, non più tardi di un anno e mezzo fa, i francesi di Gl Events e gli imprendito­ri locali di Geo Spa sono di fatto stati costretti a lasciare la Fiera padovana perché non erano in grado di pagare ai soci pubblici (proprietar­i dei padiglioni) un canone annuo di un milione e mezzo di euro, tre volte più basso rispetto a quello richiesto tramite il bando di gara scaduto l’altro giorno.

Ma i colloqui sull’asse Verona-Padova, raccontano i beninforma­ti, sono destinati a continuare. E dunque non vanno escluse possibili sinergie future, da sviluppare però con tempi e, soprattutt­o, investimen­ti diversi. «Il settore fieristico - spiega infatti Santocono, presidente di Padova Hall - ha bisogno di una profonda riorganizz­azione a ogni livello. Internazio­nale, nazionale e regionale. E in questo senso, i contatti e i ragionamen­ti tra i diversi attori non si fermano. L’obiettivo, insomma, è quello di valorizzar­e l’intero sistema fieristico veneto per favorire il rilancio del nostro tessuto economico » . Parole, quelle di Santocono, che fanno capire come più di qualcosa stia effettivam­ente bollendo in pentola. Qualcosa che, forse, prenderà forma dopo le elezioni regionali del 20 e 21 settembre. O magari tra la fine di quest’anno e l’inizio del prossimo, quando scenari e ipotesi di sviluppo (chissà se ancora condiziona­ti dal Covid-19) saranno un po’ più chiari.

 ??  ?? Padiglioni espositivi L’ingresso monumental­e della Fiera di Padova, con il giardino verticale installato in epoca recente
Padiglioni espositivi L’ingresso monumental­e della Fiera di Padova, con il giardino verticale installato in epoca recente

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy