Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Tra gli «integralisti» della mascherina in aula: va sempre tenuta addosso (anche seduti al banco)
Mestre, viaggio tra gli studenti: «Addio didattica on-line»
VENEZIA Sono partiti in 133, e tutti con la mascherina, anche mentre erano seduti al banco.
Ieri l’Istituto tecnico paritario San Marco di Mestre ha aperto i suoi cancelli per i PAI (Piani di apprendimento individualizzati): il nuovo nome dato a corsi di recupero delle insufficienze maturate lo scorso anno. « È un primo step importante - spiega la preside Claudia Cellini - una sorta di anteprima di quella che sarà la riapertura del 14 settembre anche se lì sarà più complicato perché dovremo accogliere circa 700 studenti». Centotre studenti sono però un banco di prova importante e ieri, nella scuola che fa parte dell’Istituto Salesiano San Marco che comprende anche un Centro di formazione professionale, si respirava da un lato soddisfazione per la riapertura, e dall’altro un po’ di tensione per l’avvio di un anno che richiede inedite accortezze.
La più grande novità è l’utilizzo della mascherina: obbligatoria in fase di accesso, mentre ci si muove per i percorsi individuati lungo i corridoi, e anche in classe nonostante il distanziamento di un metro sia garantito. «Stiamo attendendo dal Ministero delle linee guida più chiare - dice la preside - ma in questo momento, anche per rinforzare l’abitudine, preferiamo che gli studenti indossino la mascherina anche mentre sono seduti». Lo stesso vale per gli insegnanti.
Camminando per i corridoi si scorgono i ragazzi che fanno lezione. C’è una classe molto numerosa - 25 alunni - tutti muniti di dispositivo. Non stanno però recuperando un’insufficienza: sono studenti che hanno completato il triennio al Centro di formazione professionale e che, avendo deciso di proseguire gli studi al Tecnico, stanno seguendo un corso di approfondimento. Se questa è la classe più numerosa, nelle altre aule ci sono dai due ai sette alunni: quelli che devono recuperare le insufficienze. Ma la mascherina non è l’unica precauzione: gli studenti che entrano devono dichiarare di stare bene e, dopo essersi igienizzati le mani, devono firmare l’ingresso. «La misurazione della febbre non è al momento obbligatoria – continua la preside – ma stiamo pensando di dotarci di un termoscanner». Ieri, qualche alunno è comunque già rimasto a casa per precauzione. «Mi ha chiamato qualche genitore per dire che il figlio aveva un raffreddore e abbiamo suggerito di restare a casa» precisa la preside. L’istituto è stato tra i primi in Veneto ad aprire i cancelli. Ma gli alunni come hanno vissuto l’inizio della scuola? «Sono contenta di essere rientrata - spiega Erika di Corrado, studente di quarta – la didattica a distanza è stata necessaria, ma mi mancava il contatto umano e era difficile seguire le lezioni». Le fa eco Alice Taolin, anche lei di quarta. «Con la didattica a distanza era complicato mantenere a lungo la concentrazione. Felicissima di essere rientrata anche se dover portare la mascherina è pesante...».