Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

L’appello della madrina «Non abbiate paura e alzatevi dal divano»

Anna Foglietta: «Il cinema vi sta chiamando»

- di Sara D’Ascenzo

La chiamata alle armi di Alberto Barbera è arrivata nel bel mezzo della pandemia, «mentre eravamo ancora lì a fare torte, pizze e compiti a distanza». Era fine aprile. E la Mostra del Cinema di Venezia, edizione 77, che oggi si inaugura alla presenza del ministro dei Beni Culturali Dario Franceschi­ni, era un’idea folle che Barbera non voleva togliersi dalla testa nonostante il periodo irreale che il mondo stava vivendo.

O forse proprio per quello. Perché di una cosa è convinta Anna Foglietta, 41 anni, attrice-simbolo del film cult «Perfetti sconosciut­i» e madrina di Venezia77: «Questa Mostra andava assolutame­nte fatta – dice – anche con la fatica che costa a tutti, anche sapendo che non è la vera Mostra del Cinema ma è un’altra cosa. Anche dovendo rinunciare al contatto bellissimo col pubblico per via del “muro”, perché o si faceva così o niente, e niente non va bene. Sarà un’edizione zero, l’unica speriamo. Ma per il mondo del cinema ha un enorme significat­o e spero che la gente lo capisca: non siate spaventati, e pigri, tornate al cinema altrimenti le cattive abitudini prenderann­o il sopravvent­o». E le «cattive abitudini» sono i mesi passati in divano a casa sostituend­o la sala con lo streaming e perdendo il contatto col mondo che produce sogni.

La prima madrina con la mascherina ha ben chiaro il ruolo: «Cosa dirò dal palco? Il discorso l’abbiamo limato a lungo con il presidente Cicutto e il direttore Barbera – racconta –. Io dirò che mi sento molto felice, empatica, vorrei si cogliesse l’accoglienz­a degli altri e anche che ci fosse un messaggio per Venezia, per questa città così colpita in questo periodo, dobbiamo tornare a farle avere un primato di spensierat­ezza, anche se la vediamo così bella quando respira lenta come in questi giorni».

Non a caso la madrina in una piazza San Marco di una bellezza assoluta campeggia nella copertina del numero monografic­o di «Vanity Fair» in edicola oggi, dedicato alla città e ai suoi sogni, che sarà lanciato domani sera in un dinner esclusivo agli Antichi Granai della Giudecca.

Foglietta madrina, ma anche cinefila, con un ricordo scatenato della sua prima Mostra: «Avevo 21-22 anni e alloggiavo in un monastero adattato a locanda – ricorda – avevo affittato un tandem perché le bici erano finite e quando ho visto David Lynch e Laura Dern sbarcare al Lido sono quasi svenuta e ho cominciato a urlare, proprio come faceva mia mamma da ragazza quando vedeva Claudio

"Fare la Mostra ha un enorme significat­o, bisogna che la gente non si spaventi e non si impigrisca altrimenti non perderà più le cattive abitudini

Villa».

Di cinema si nutre e il cinema è la sua vita: i tre figli piccoli stasera rimarranno a casa, perché dopo i mesi di lockdown in cui la famiglia di celluloide credeva di non rivederla più, ora sente di dover vivere questo momento con attori e registi.

Dopo la Mostra l’aspetta il ruolo della mamma di Alfredino Rampi (il bimbo caduto e morto nel pozzo a Vermicino quasi quarant’anni fa) nel film «Una storia italiana» di Marco Pontecorvo, così non potrà essere presente tutto il periodo, ma qualche film l’ha l’adocchiato. E tra Tilda Swinton e Cate Blanchett, con le quali dividerà la scena stasera? «Non posso scegliere, sono entrambe pazzesche».

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