Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Focolaio in Questura partito da una cena I contagiati sono sei
Un morto, è la decima vittima alla Scuola dei Battuti
VENEZIA Cinque sono già risultati positivi, alcune decine sono in attesa del tampone, isolati in casa propria. Dopo sei mesi di mascherine, guanti e gel sanificante il virus è riuscito a penetrare un’altra fortezza finora inviolabile, la sede della questura di Venezia. Da alcuni giorni tra gli uffici di gabinetto serpeggiava il timore del contagio, concretizzato dai primi risultati arrivati dall’Usl 3. La causa, in questo caso, sarebbe stata una cena tra colleghi, che nei giorni scorsi avrebbe esposto agenti e funzionari della polizia di Stato al rischio di contatto con un collega poi rivelatosi positivo al tampone. Da lì, il virus potrebbe essersi diffuso nelle ore seguenti, motivo per cui si stanno ancora ricostruendo e verificando percorsi e contatti di tutte le persone considerate a rischio: lo stesso questore Maurizio Masciopinto, per precauzione, sarà sottoposto a tampone come tutti i suoi uomini coinvolti. «La questura di Venezia resta un esempio di trasparenza e corretta informazione - ha ribadito ieri il segretario Filp Cgil Fabio Malaspina - Fin dall’ultima domenica di Carnevale, ben prima del lockdown, gli agenti giravano per la città con mascherina e guanti monouso, è stata fatta sempre corretta informazione e non sono mai mancati i dispositivi di protezione individuale. Purtroppo, a un certo punto, l’arrivo del virus è statistica».
Restano da chiarire le modalità del contagio del paziente zero di questo focolaio, così come la reale diffusione del virus nei locali della questura. Intanto, comunque, da Santa Chiara arriva una prima rassicurazione: nessuno degli agenti positivi presenta sintomi e tantomeno ha avuto la necessità di un ricovero ospedaliero. Il problema è la quantità di persone in isolamento in un momento in cui tra Mostra del Cinema e Regata storica, la Questura mette in campo quanti più uomini può.
Santa Chiara non è l’unica fortezza dove il virus è riuscito a penetrare. Nei giorni scorsi è risultato positivo un dipendente dell’ufficio di gabinetto del prefetto (anche in quel caso sono scattati test sui contatti) e anche Zappalorto è stato sottoposto a test come gli altri dipendenti.
Il ritorno dalle ferie ha messo in allarme anche Fincantieri, dove sono risultati positivi altri tre dipendenti di ditte in appalto Fincantieri in questi giorni. Non lavoravano dal 21 e dal 25 agosto, e come nei casi precedenti – sono dieci i dipendenti di ditte in appalto Fincantieri risultato positivi nel mese di agosto – l’Usl 3 ha attivato indagine l’indagine epidemiologica.
Il virus continua però a circolare in tutto il Veneziano. Ieri sono stati scovati 28 nuovi casi (oltre a quelli riconducibili al focolaio esploso in questura pesano i rientri da paesi a rischio come la Croazia e dalla Sardegna) che portano gli attualmente positivi a 329. Sono invece 18 le persone ricoverate (una in terapia intensiva), tutte ospitate nell’ospedale di Dolo che insieme al Ca’ Foncello di Treviso, provincia dove gli attualmente positivi sono però 860, è il nosocomio che accoglie più pazienti Covid di tutto il Veneto. Nei conti veneziani pesano i 7 ricoverati dell’Antica Scuola dei Battuti che ieri ha registrato un’altra vittima, la decima dall’esplosione del focolaio: un’anziana di 97 anni spirata all’ospedale riviaresco ( è la 324esima vittima dallo scoppio dell’emergenza sanitaria). Gli anziani positivi della casa di riposo sono oggi 22 (dei quali sette ricoverati) mentre sono sette gli operatori contagiati. «Ci dispiace per la nostra ospite – dice Andrea Zampieri, direttore centro servizi Antica Scuola dei Battuti – il focolaio pare che si stia però spegnendo. Dall’inizio si sono negativizzati 20 ospiti e 21 operatori e da due settimane non abbiamo più nuovi casi».