Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Ciclista perde la vita in allenamento
Andrea Meneghelli era presidente di Eroica. Il malore mentre correva a Dolo
DOLO E’ morto mentre si stava allenando in un circuito a Dolo, dove abitava. Gli è stato fatale un malore improvviso mercoledì sera: Andrea Meneghelli, 49 anni e padre di due figli, era presidente di Eroica, la più famosa corsa cicloturistica italiana. Nella sua carriera aveva compiuto imprese memorabili come il Giro della Terra del Fuoco in autonomia, ma soprattutto aveva conquistato sportivi e amici con la sua semplicità e il suo entusiasmo.
DOLO La bicicletta era la sua passione, un «fuoco» che gli bruciava dentro da sempre, e proprio sul sellino ha perso la vita, ad appena 49 anni. Andrea Meneghelli è morto mercoledì sera, stroncato da un malore mentre si allenava sui pedali lungo una delle ciclabili di Dolo, dove viveva da sempre. Meneghelli (laureato alla Bocconi) era un dirigente della società Brooks England, una delle più prestigiose produttrici inglesi di selle da bici; ma il suo amore per le due ruote non era limitato alla sfera professionale, la bicicletta occupava sia il suo lavoro che il suo tempo libero. Da anni era presidente dell’Eroica, l’associazione senese che gestisce l’omonima corsa cicloturistica in Toscana, un appuntamento imprescindibile per gli amanti del «ciclismo vintage». Solo pochi giorni fa aveva festeggiato la felice conclusione della «Eroica Montalcino», collaterale della gara madre che ha permesso all’associazione di prepararsi alla competizione principale secondo le regole per il contenimento del rischio sanitario.
L’edizione 2020 dell’Eroica si dovrebbe tenere tra un mese, è aperta a tutti i ciclisti con una bici da corsa d’epoca (telaio in acciaio, le leve del cambio sul tubo obliquo del telaio, i fili dei freni che escono dalle leve esterni al manubrio, i pedali con gabbietta, ruote da 32 raggi e cerchi a profilo basso) e abbigliamento conseguente. Ma mancherà il presidente, come ricorda con amarezza Giancarlo Brocci, che nel 1997 ha dato vita alla competizione: «Tocca scrivere di un’altra fuga incredibile. Andrea era un ragazzo che ha sempre trasmesso entusiasmo e gioia di vivere, padre di due ragazzi splendidi. Caro Andrea, possiamo solo abbracciarti tutti idealmente, costretti anche ad invitare i molti eroici a non seguirti nell’ultimo percorso, a dedicarti solo un pensiero da casa. Il tuo cuore continuerà a battere in questo mondo speciale, favoloso, pieno di persone che sanno sognare » . Meneghelli era l’anima organizzatrice dell’associazione («Immaginate quante discussioni, con noi toscani ruvidi, gelosi e poco attenti ai conti», ricorda ancora Brocci), ma non per questo si risparmiava sgambate da record, anzi «eroiche».
L’ultima lo scorso dicembre, quando ha attraversato la terra del Fuoco, in sud America, in totale autonomia. Ma non doveva andare all’altro capo del mondo per farsi conoscere, Meneghelli era stimato anche nella sua Dolo: «La sua era una famiglia storica per il nostro territorio, era quasi mio coetaneo — lo ricorda il sindaco Alberto Polo —. Qui viveva la passione per la bicicletta privatamente, ma non faceva mai mancare la piena disponibilità alla comunità locale: solo poche settimane fa, a fine luglio, aveva messo a disposizione gli spazi di villa Colloredo, di proprietà della famiglia, per un incontro dedicato ai ragazzi con disabilità e alle loro famiglie». Polo ribadisce la massima vicinanza dell’amministrazione comunale alla moglie e ai due figli di Meneghelli: «Andarsene a 49 anni, non è possibile». Nelle prossime ore saranno fissate le date del funerale, nella chiesa di San Rocco di Dolo. Non è escluso che, rispettando le misure sanitarie e le distanze di sicurezza, arrivino anche i compagni di pedalata.